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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
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Aumento stranieri residenti a Roma, per la Sassone occorre favorire l’integrazione

La viceresponsabile romana dell’Italia dei Diritti: “Le istituzioni italiane non devono assolutamente contemplare politiche sull’immigrazione avverse che poi si rivelano poco costruttive e inefficaci”

 

Roma – “Roma è una città multietnica, questo è un dato di fatto che si inscrive all’interno di un più ampio processo irreversibile di globalizzazione. Per tale motivo è doveroso puntare su politiche di integrazione che favoriscano l’immigrazione regolare. Purtroppo, invece, le misure adottate dall’attuale governo sono talmente inadeguate da creare clandestinità. Basti pensare all’ultima iniziativa del ministro Maroni che prevede un permesso di soggiorno a punti per gli stranieri. In questo modo anche gli immigrati regolari rischiano di diventare clandestini”. Antonella Sassone, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, il movimento a tutela dei cittadini presieduto da Antonello De Pierro, commenta così alcuni dati sulle migrazioni in Italia forniti dalla Caritas diocesana della Capitale. Sono 293.948 gli stranieri residenti nel comune romano, con un aumento dei flussi in entrata pari a circa il doppio rispetto a dieci anni fa. Soltanto nel I municipio un terzo dei residenti appartiene alla popolazione straniera (34.697 unità). In generale, sull’intero territorio capitolino le comunità più numerose sono quelle di origine romena (57 mila), filippina (31 mila), polacca (14 mila).

 

“Le istituzioni italiane – spiega la Sassone – non devono assolutamente contemplare politiche sull’immigrazione avverse che poi si rivelano poco costruttive e inefficaci sia per il Paese sia per Roma. Infatti, solo se si garantiscono i diritti essenziali e inalienabili è poi possibile pretendere il rispetto dei doveri e quindi delle nostre leggi. Noi dell’Italia dei Diritti – conclude l’ esponente romana del movimento – continueremo a monitorare attentamente queste situazioni, opponendoci con fermezza ai ghetti, al lavoro nero, alle norme che tendono ad escludere piuttosto che a includere, perché è indispensabile agire su diversi fronti e controllare che mai vengano meno il rispetto per l’uomo e per la legalità”.

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