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Ecomafia in crescita soprattutto in Campania, il commento di Ristori

Il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Il Sistri è nato per contrastare l’illegalità sullo smaltimento dei rifiuti, ma i dati pubblicati da Legambiente dimostrano il crescere del fenomeno”

 

 

Roma –  Dall’ultimo studio di Legambiente,  si apprende chiaramente che l’ecomafia non accenna a manifestare sintomi di crisi. Nel 2010 i traffici più imponenti risultano rifiuti, abusivismo edilizio e frodi alimentari. La Campania è in testa alla classifica, contando ben 3.849 illeciti, 4.053 persone denunciate e 60 arresti.

 

“Il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti(SISTRI) – osserva Marco Ristori, viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti -, è stato creato nel 2009 dal governo proprio con l’intento di contrastare l’illegalità nel settore dei rifiuti, in particolare per la Regione Campania, eppure i dati pubblicati da Legambiente sono tutt’altro che soddisfacenti”.

 

Occorre precisare che l’ecomafia da sola, non sarebbe mai riuscita a fare tali passi da gigante. La criminalità ambientale è sostenuta ed agevolata da un esercito di coletti bianchi e imprenditori, che prestano competenze professionali e società di copertura, in modo tale da completare il quadro del sistema illegale.

 

“In particolare per quanto riguarda i rifiuti, dove ci sono difficoltà locali, vengono trasportati molto lontano per lo smaltimento – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Ciò rende più difficile l’iter dei controlli, agevolando l’insinuarsi dell’attività mafiosa. Il governo in primis, deve attenersi più rigorosamente alle direttive dettate dall’Unione Europea in materia di riciclo di rifiuti, abusivismo edilizio e allocazione di fondi economici”.

 

 

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