La responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti: “La Regione si deve attivare immediatamente affinché i budget non aumentino a dismisura e perché queste strutture possano aprire le porte al pubblico quanto prima”
Roma - La Nuova Bagnoli è in dirittura d’arrivo, eppure non si riesce ad ultimarla. Tre mega opere completate e ferme, poiché la Regione campana non versa i soldi necessari al collaudo. Le imprese hanno chiuso i cantieri e, in attesa dei pagamenti, licenziano i propri dipendenti o chiedono la cassa integrazione, mentre le banche si dicono non più disposte a fare credito. Questa è la situazione in cui versa l’ex Italsider e il progetto della Bagnoli Futura. Antonella Silipigni, responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, analizza la faccenda bagnolese, lasciando intendere che la questione, più che territoriale, è di carattere nazionale: “Quando ci sono in ballo opere così grandi si presuppone che, alla base, vi sia una strategia ben delineata che punti a valorizzare il territorio. Se, in questo caso, non vi è stata tale pianificazione, è chiaro che il problema esiste ed è enorme. Purtroppo le alternative sono due: in Italia o non siamo bravi pianificatori o siamo degli ottimi spendaccioni, se si considera che riusciamo, quasi sempre, a sperperare fondi, a non rispettare le date dei lavori e a perdere l’efficacia di quanto è stato già realizzato”.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro continua la sua riflessione, concentrandosi sulla classe dirigente dell’apparato amministrativo campano: “In un territorio come quello attualmente governato da Caldoro, con delle evidenti difficoltà di governance che vanno avanti da anni, la Regione deve intervenire immediatamente per permettere un nuovo inizio generale e, nel caso di Bagnoli, si deve attivare affinché i budget non aumentino a dismisura e perché queste strutture possano aprire le porte al pubblico quanto prima”.
In conclusione, la Silipigni torna sul suo iniziale discorso che coinvolge l’intero sistema Italia: “È inutile realizzare ‘cattedrali nel deserto’ di questo tipo. Non possiamo dirci fieri di strutture così imponenti, ma che non funzionano. Aspettiamo con ansia un’azione risolutiva da parte della Regione, affinché venga rimessa in moto la macchina della Nuova Bagnoli che porterà lavoro e la conseguente ripresa del tessuto territoriale. A seguito delle decisioni di Caldoro, verificheremo se esiste questa capacità di governance o se ci troviamo di fronte all’ennesimo sperperamento di soldi pubblici”.