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I caccia italiani intervengono in Libia, le valutazioni di Saltalamacchia

Il responsabile per la Difesa e gli Affari militari dell’Italia dei Diritti: “Spero che in breve tempo si riescano a stabilire condizioni di convivenza sociale che permettano lo sviluppo del popolo libico”


Roma - “Sono contrario alla violenza e all’uso delle armi al fine di risolvere questioni internazionali. Tuttavia, sono altresì convinto che il popolo è sovrano e va tutelato quando si ribella ad una forma di oppressione che, come nel caso libico, è da condannare senza remore”. Gennaro Saltalamacchia, responsabile per la Difesa e gli Affari militari dell’Italia dei Diritti, commenta in questo modo l’operazione ‘Odissey Dawn’ che mira ad attuare la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite.

 

Dalle ore 20 di ieri, con il decollo di sei caccia bombardieri Tornado, anche l’Italia è entrata in guerra. “Credo sia sempre opportuno provare a risolvere i conflitti con l’utilizzo di metodi democratici - evidenzia Saltalamacchia -. In questo caso, ritengo che l’impegno da parte dell’Onu nel fermare Gheddafi prima della famosa risoluzione ci sia stato. Dunque, se è stata presa questa decisione, è giusto intervenire”.

 

L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento con la speranza che l’azione della ‘coalizione dei volenterosi’ possa portare ad esiti positivi il prima possibile: “Mi auguro che in breve tempo si riescano a stabilire delle condizioni di convivenza sociale nel territorio libico, così da permettere lo sviluppo civile e democratico di un popolo che, evidentemente, ha subito soprusi per troppo tempo”.

 

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