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Italia dei Diritti

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Scure del Governo su investimenti per fonti rinnovabili, l’appello della Silipigni

 

 

 

La responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti: “Questo è un settore che crea sviluppo, il Governo non faccia scelte scellerate ed elimini l’articolo 45”

 

“Più che una manovra economica questa sembra una manovra di lobby interne relativa a certi interessi di natura personale nonostante alcune voci fuori dal coro  all’interno della maggioranza di Governo”. Questo il primo commento della responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, Antonella Silipigni, all’allarme lanciato dal variegato e composito gruppo che ha levato un coro di proteste contro l'articolo 45 della manovra che toglierebbe e paralizzerebbe gli investimenti destinati alle energie rinnovabili. A contestare e ritenere ingiusto questo provvedimento anche il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, oltre alle banche preoccupate per la possibilità di far saltare circa 4,6 miliardi di investimenti e per la perdita della grande opportunità che il settore offre essendo uno dei pochi in controtendenza alla crisi.  In questa legge, che di fatto determina un’instabilità normativa in materia, molti oppositori vedono un espediente per eliminare un concorrente temibile per il piano nucleare. Secca la critica dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Una legge va concertata con le esigenze di mercato, occorre cioè verificare se sussiste un bisogno reale e le rinnovabili contribuiscono in maniera forte e concreta alla crescita economica. Di conseguenza, se il Governo fa scelte sconsiderate rispetto alle necessità del territorio e dell’economia, è un cattivo amministratore. Questo è un settore che crea sviluppo come ad esempio avviene in Germania paese molto avanti nel campo delle rinnovabili. Tutto ciò non può essere ignorato perché il Governo preferisce portare avanti il nucleare per interessi personali che stridono con quelli nazionali. La cosa peggiore è che, nonostante l’indotto notevole derivante dal settore, sono spesso ostruiti i canali a livello regionale per l’accesso ai fondi europei. Condivido la preoccupazione delle banche perché se passasse l’articolo 45  andrebbero persi anche i fondi dell’unione europea e questo un paese come il nostro non può permetterselo. Mi auguro quindi – conclude la Silipigni - che quell’articolo venga completamente stralciato”.

 

 

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