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De Giorgio su concorso truccato all’Università di Bologna

Il responsabile per la provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti: “Queste truffe nuocciono sempre di più alla credibilità degli enti pubblici”

Bologna,  – Accusati di falso ideologico, tentata concussione e ipotizzate irregolarità al concorso del marzo 2008 per un posto di ricercatore nel dipartimento di Farmacologia. Scatta così l’immediata condanna a un anno di reclusione per il direttore del dipartimento ordinario a Medicina,  Ottavio Maria Gandolfi presidente della commissione di valutazione, e i due commissari Enrica Maria Fracasso e Fabio Tascedda.

 

Scandalizzato da tanta corruzione ma fiducioso nella giustizia, il responsabile per la provincia di Bologna, Marcello De Giorgio, esprime con questi termini il suo rammarico: “È bene che vengano smascherate queste truffe, che nuocciono sempre di più alla credibilità degli enti pubblici. Tanto di cappello alla magistratura che procede senza alcuna remora nei confronti di chi si rende artefice di episodi illeciti. Certo è che la garanzia del diritto vede più gradi di giudizio, quindi non è certamente un atto d'accusa definitivo, ma è di vitale importanza non far passare impuniti tali fatti criminosi”.

 

La raccomandata candidata vincitrice, Elisabetta Polazzi, è stata invece assolta in quanto ritenuta impunibile per non aver commesso il fatto.

“Il cambiamento vero partirà dalla volontà e dal senso di dignità dei singoli - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro -, di non accettare il compromesso cui le università italiane chiamano la nostra coscienza  A cosa serve avere il posticino messo in palio da papà, senza poi il rispetto della comunità scientifica internazionale, che è l'unico vero giudice dell'operato di un ricercatore?”.

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