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Ricercatori su tetti per protesta, De Sessa attacca la riforma Gelmini

Il viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “Lo scenario presenta una ristretta rosa di eccellenze capaci di fare in modo serio ricerca e didattica, e una ‘corte dei miracoli’ , costituita da personaggi assurti al ruolo di docenti universitari per meriti tutt’altro che scientifici”

 

 

Roma – “L’università italiana, precipitata da tempo in un ‘coma’ di ardua soluzione, si sa, presenta problemi annosi. Lo scenario, peraltro sotto gli occhi di tutti quelli che hanno capacità e voglia di vedere, presenta una ristretta rosa di eccellenze, che di sicuro non mancano, capaci di fare in modo serio ricerca e didattica, e una ‘corte dei miracoli’ , costituita da personaggi assurti al ruolo di docenti universitari per meriti tutt’altro che scientifici. Di sicuro, dunque, qualcosa che cambi l’attuale sistema bisognava farla. Andava però fatta a livello strutturale, e non solo con un’ottica meramente economica.”


Analizza duramente la condizione dell’università in Italia Cesare De Sessa, viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, proprio nei giorni in cui il ministro Mariastella Gelmini accelera sulla riforma, che potrebbe divenire legge prima del voto di fiducia del 14 dicembre, e crescono le  proteste da nord a sud.

Gli studenti sono in subbuglio e i ricercatori, che da tre mesi bloccano 40 atenei su 66, hanno deciso di salire in massa sui tetti delle facoltà in segno di dissenso.

 

In questo contesto continua a sgranarsi la riflessione di De Sessa : “La drastica riduzione delle risorse prospettata dal decreto Gelmini, – prosegue -  motivo per il quale si è scatenato il putiferio di proteste, perché si sa, alla gente si tocchi tutto, ma si lasci stare il portafoglio, il taglio economico, rischia di peggiorare una situazione già di per sé drammatica. Infatti, il timore che divenendo le maglie più strette a causa dei soldi decurtati, se non si cambiano in modo radicale le logiche di reclutamento, le poche eccellenze col tempo diverranno ancora più minoritarie. Di contro, la ‘corte dei miracoli’ – chiosa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - seguiterà a ampliare le proprie schiere, portando quella che era un tempo tra le Università più qualificate d’Europa, a livelli che, per carità di patria, preferisco non commentare”.

 

 

 

 

 

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