Il viceresponsabile meneghino dell’Italia dei Diritti : “È una via multietnica, mettere le luci decorative proprio in quella strada reca un valore aggiunto alla vita di quartiere”
Milano – Dieci giorni, tanto ha resistito l’allestimento di luminarie natalizie “multietniche” in Via Padova a Milano. Dopo lo spegnimento del cuore rosso e dell’augurio di “Buone feste” in italiano, in inglese, cinese, arabo, russo francese, spagnolo, testimonianza della babele linguistica degli abitanti del popoloso quartiere, si sono accese le polemiche politiche e dei cittadini.
“Via Padova è una via multietnica, - interviene Luca Ragone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti - mettere le luci decorative proprio in quella strada reca un valore aggiunto alla vita di quartiere. Gli abitanti, si sono uniti, pur essendo al corrente di tutti i provvedimenti restrittivi attuati nella zona a causa dei litigi, degli accoltellamenti, delle ‘guerre tra bande’ verificatisi in quelle strade per via della difficile convivenza tra etnie con culture diverse. Il fatto che queste persone riescano a mettere insieme un progetto per una ricorrenza importante come il Natale è soltanto da apprezzare non da frenare.”
La decisione di oscurare le luci e sostituirle solo con una scritta «Auguri» in italiano, presa dell’Assessore all'Arredo urbano Maurizio Cadeo, il quale pur giustificandosi garantisce di non voler tornare indietro, ha generato tra gli altri il dissenso delle associazioni e della Chiesa, incassando perfino il parere negativo della Lega per mezzo del capogruppo Matteo Salvini.
“Bisogna sottolineare - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che Via Padova e Viale Monza sono vie d’accesso, perché chi arriva da Milano - nord e non prende la tangenziale, passa per forza da quelle direzioni perciò l’accusa dell’assessore Cadeo che ha tolto le luminarie sostenendo di volerle mettere in una via di passaggio viene meno. Se persino la Lega,- chiosa Ragone - contraria solitamente a queste cose, è stata favorevole, vuol dire che l’assessore ha perso il senno.”