Il viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Una discriminazione al contrario”
Roma – Che il tetto del 30% di alunni stranieri nelle prime classi, introdotto dal ministro Mariastella Gelmini, sarebbe stato difficile da rispettare in alcuni casi era prevedibile, ma che si arrivasse a una classe senza alcun bimbo italiano era difficile da immaginare. E’ successo a Roma, presso l’istituto comprensivo Luparelli, che oggi ha ripreso le lezioni con una prima elementare formata da soli bambini stranieri. I 19 alunni che compongono la prima B, infatti, sono in prevalenza cinesi e bengalesi. L’unico ragazzino italiano iscritto ha chiesto il nulla osta per il trasferimento, facendo scendere da 3 a 2 il numero di studenti italiani sui 39 che compongono la totalità delle prime classi della scuola elementare Luparelli. “Tutto ciò mi appare una discriminazione al contrario”, ha commentato Antonino Lo Verde, viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti. “Quanto accaduto in quella classe di Roma è il frutto di tutte le campagne contro gli stranieri che poi si riflettono anche nel mondo della scuola. Gli immigrati, regolarmente soggiornanti e non, che frequentano le scuole hanno diritto all’intergrazione tramite la scuola stessa. Essendo tutti stranieri c’è di fatto una discriminazione comunamente chiamata razziale, che in questo caso è dovuta a una componente oggettiva dettata dal fatto che sono tutti extracomunitari. Ciò non favorisce nessuno – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –; né gli stranieri, né tantomeno gli italiani, visto che il confronto con altre culture permetterebbe loro di arricchirsi dal punto di vista umano e culturale”.