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Sulle strade del Lazio 5,8 decessi ogni 100 chilometri, preoccupata analisi di Celardo

Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti “Istituzioni gravemente colpevoli per incuria, inadempienza, disattenzione”


La Nettunense è la strada d’Italia con il triste primato del maggior numero di feriti per chilometro. La Cassia, Cassia Bis e la  Tiburtina sono tra le dieci strade più pericolose del Paese. Tra le prime tre troviamo la  Flacca e Pontina. Il Lazio paga con un pesante tributo di vite umane la condizione disastrosa delle proprie arterie stradali. Secondo la relazione annuale Aci-Istat relativa al 2008, in un anno si sono registrati 5.006 incidenti con 183 morti e oltre 3 mila feriti.

 

I dati in questione hanno spinto Carmine Celardo, viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti ad una profonda riflessione sui fatti e sulla sicurezza stradale : “Le associazioni di consumatori, quelle  dei parenti dei morti sull’asfalto, reclamano interventi mirati, seri e concreti che sono mancati in questi anni nei quali le istituzioni sono state gravemente colpevoli per incuria, inadempienza, disattenzione in materia. Tanto che non sono stati realizzate e sollecitate valutazioni di leggi ad hoc che inaspriscano le pene e le sanzioni per i pirati della strada. Oggi come oggi sappiamo che gran parte delle morti è dovuta non solo alla trascuratezza del sistema viario che da troppi anni non riceve adeguati miglioramenti e adeguamenti ma soprattutto al fatto che è cresciuta la diseducazione stradale, aumentata la violenza nella guida, l’abuso di alcool e droghe da parte degli automobilisti. Non è pensabile che una grande fetta di conducenti viaggi in condizioni psicofisiche alterate fuori dai parametri di legge e che gli incidenti accadano prevalentemente in circostanze di abuso di  sostanze, eccesso di velocità, guida pericolosa nelle ore notturne su strade che oggettivamente non sono in grado di sostenere vetture lanciate a velocità elevata”.

 

Con lo scopo di intervenire sul problema è stato presentato ieri un bando destinato a Province e Comuni dall'assessorato regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici che si traduce in 4,7 milioni di euro per finanziare progetti destinati a ridurre l'incidentalità e promuovere una nuova cultura della sicurezza stradale

 

“Prendo atto con piacere – prosegue il viceresponsabile laziale del movimento – che finalmente la pubblica autorità si è attivata per indagare le origini del problema delle stragi del sabato sera. Il fatto che l’indagine abbia dato i numeri e consentito di raggiungere anche impegni di spesa fa piacere, sono molto scettico sulla reale presa coscienza del problema riguardo ai finanziamento di piani mirati a trovare sistemi per ridurre il numero dei morti. Perché questi progetti diventano sovente propaganda elettorale, specchietto per le allodole in vista delle inevitabili quanto imminenti elezioni. Ben vengano le idee e  ben venga il contributo della società civile, ma resta il fatto che viviamo su strade in preda a  banditi e criminali che non vengono fermati e contrastati da uomini al limiti della resistenza operativa, uomini che devono lavorare su strada sapendo di non avere uno stato vero alle spalle, un’autorità che sostenga e loro attività. La polizia Stradale e le polizie Municipali sono il primo argine al dilagare di questa forma nuova di criminalità che miete tante vittime innocenti pertanto io pur apprezzando lo sforzo di Renata Polverini” – che ritiene questo uno strumento utile per interventi più mirati e puntuali –“ mi auguro si trovi un margine a quanto è solamente un’enorme responsabilità pubblica, una vera e propria complicità in omicidio da parte di chi per strada guida sentendosi padrone, impunito, intoccabile libero di fare ciò che meglio crede senza alcun rispetto per la vita altrui. Sarebbe stato preferibile – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che questi 4 milioni di euro fossero stati impiegati dalla Regione Lazio  per dotare la polizia di stato di uomini, vetture e buoni carburante che invece sono stati tolti riducendo il numero di pattuglie attive sulla strada, il numero degli interventi e delle ore di servizio. Ci auguriamo – chiosa Celardo - che quanto prima oltre ai 4 milioni di euro ne vengano stanziati altrettanti per dotare la Polizia Stradale, compartimento Lazio di vetture civetta in grado di intercettare e assicurare alla giustizia questi autentici delinquenti criminali che mietono vittime sulla strada.

 

 

 

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