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Emergenza vigili del fuoco a Genova, i timori della Silipigni

La responsabile cittadina  dell’Italia dei Diritti:”Il continuo  passaggio di competenze alla protezione civile sta togliendo ai vigili le risorse necessarie per agire sul territorio”

 

Roma – Il giorno dopo il nubifragio che martedì sera ha messo in ginocchio la città di Genova, è arrivato il grido d’allarme del comandante regionale dei vigili del fuoco, Michele Ferraro, il quale ha affermato che in caso di alluvione la Liguria non ce la farebbe da sola a far fronte all’emergenza ed avrebbe bisogno dell’aiuto di uomini e mezzi provenienti da altre regioni. “Nelle situazioni di pericolo – ha detto Antonella Silipigni la responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti – si verifica puntualmente un problema di competenze tra la protezione civile, a cui secondo il comune spetterebbe di dovere d’intervento, e i vigili del fuoco, chiamati a risolvere le emergenze e a soccorrere i cittadini che hanno bisogno di aiuto. Questo a mio avviso genera confusione ed inficia la capacità d’azione sul territorio”.

 

Negli ultimi dieci anni, secondo quanto emerge dai dati in possesso del sindacato regionale della Cgil, le squadre dei vigili del fuoco di Genova sono state ridotte quasi della metà con un decremento complessivo su base provinciale di 100 unità, e un numero di effettivi che è sceso da 650 a 550 uomini. “Il passaggio di competenze che si è avuto negli ultimi anni dai vigili del fuoco alla protezione civile – ha concluso la responsabile del movimento guidato da Antonello de Pierro –  ha pesantemente ridotto la capacità d’intervento e di azione dei vigili che nel tempo hanno visto diminuire le risorse a loro disposizione, e quindi i loro effettivi, e il loro raggio di azione. Penso, che sarebbe stato molto meglio creare una sinergia tra i due corpi invece di togliere costantemente professionalità ad uno a discapito dell’altro”.

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