La viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti commenta i casi di tangenti tra le forze dell’ordine: «In Italia la corruzione ha superato i livelli di allerta»
Roma – «In questi giorni di passione per la legalità, in cui l’immagine dell’Italia e quella dello stato di diritto sono messe a dura prova, leggere che servitori delle istituzioni utilizzano la loro posizione per rubare è disarmante». È il commento di Antonella Sassone, viceresponsabile romana dell’Italia dei Diritti, alla notizia dell’arresto per concussione di 4 militari – 2 ufficiali e 2 sottoufficiali – tutti di stanza presso la Cecchignola, in Roma.
A dare il via alla serie di arresti era stato, il 14 luglio scorso, quello del tenente colonnello dell'Esercito Paolo Fanteria, 49 anni, sorpreso nell’atto di intascare una mazzetta di 5mila euro.
I cinque militari avrebbero accumulato, a partire dal 2008, oltre 500mila euro, pari ad una fetta compresa tra il 10 ed il 20% del valore complessivo degli appalti di fornitura di beni e servizi oggetto di reato.
«Se coloro che sono naturalmente deputati alla protezione dello Stato lo utilizzano per imporsi come tiranni sulla comunità – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – c’è da gridare all’emergenza».
Un sistema integrato di corruzione: individuata la fornitura, pagata la tangente, ottenuto il servizio. «Finchè c’è corruzione non ci può essere progresso, né materiale e né intellettuale – rilancia la Sassone – Stiamo diventando un paese sottosviluppato, in cui la barbarie di usi e costumi della classe politica dirigente e di parte delle forze dell’ordine impedisce di fatto la lotta a quel sistema clientelare ramificato ed esteso ad ogni livello della società civile, dagli appalti ai titoli di studio, dalle cariche elettive alle nomine dirigenziali».