Bari, 1 dicembre 2009 – "E’ stata un’importante operazione quella che da stamane sta portando all’arresto di centinaia di persone coinvolte nel losco giro della mafia pugliese. Le forze dell'ordine hanno messo a segno un ottimo colpo, un nuovo segnale che deve farci capire che nessuno abbassa la guardia, né le istituzioni né i cittadini". Questo il commento di Manuela Bellantuoni, responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritta, circa il blitz che ha colpito la mafia pugliese e il suo tesoro, beni per circa 220 milioni di euro sequestrati dalle fiamme gialle.
"La Dda di Bari ha svolto un eccellente lavoro, condotto anche in maniera innovativa. Ma il dato che più deve far riflettere – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è che finalmente emergono i legami tra le cosche mafiose e i rappresentanti della Bari bene, ovvero quei direttori di banca, professionisti, amministratori pubblici e avvocati considerati i veri 'intoccabili'. Loro, che fino a qualche giorno fa decidevano le sorti della città dalle poltrone che contano, oggi si trovano a pagare un conto salatissimo, in termini di giustizia e di credibilità sociale".
Tra le 83 persone c’è anche il capoclan barese "Savinuccio" Parisi, assieme a suoi luogotenenti e gregari, e il boss Antonio Di Cosola, egemone dell'omonimo clan contrapposto agli Strisciuglio. La misura cautelare patrimoniale riguarda aziende, terreni, conti correnti, autovetture di grossa cilindrata, immobili, cavalli da corsa e scuderie. "La mafia oggi è più colta e istruita, ed è riuscita ad intrecciare rapporti molto fitti con i 'colletti bianchi' locali, rendendo ancor più pericoloso l’intreccio subdolo che si è venuto a creare – continua la Bellantuoni -. Si mescolano silenziosamente nella società, diventando così più pericolosi, più affaristi perché agiscono indisturbati, senza dare nell'occhio. Ma oggi – conclude – il risultato si chiude 1 a 0 per la legalità e per i cittadini onesti".