La vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “No al clima di violenza che si respira. Servono dialogo e toni moderati”
Milano – “Gli episodi di violenza o le intimidazioni sono ormai all’ordine de giorno, ma anche gli atti solo dimostrativi sono assolutamente da condannare”. Questo il commento della vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, Maruska Piredda, circa il ritrovamento, mercoledì mattina, di un ordigno parzialmente esploso all’università Bocconi di Milano.
La rivendicazione, giunta sottoforma di volantino al quotidiano Libero, è firmata «Federazione Anarchica Informale», un gruppo eversivo che chiede l’immediata chiusura dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione). L’ordigno rudimentale ha causato pochi danni probabilmente per l'imperizia con la quale il detonatore elettrico è stato fabbricato.
“La politica è degenerata nei toni e ultimamente il governo ha fatto delle scelte drastiche nei confronti degli immigrati – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Se noi inseriamo queste decisioni discutibili nel contesto sociale in cui viviamo, in cui la cultura media della persona è più alta rispetto a 50 anni fa, la risposta è ovviamente diversa e più pericolosa”.
Lo stesso ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha ribadito che non bisogna sottovalutare l’episodio perché riconducibile a un clima di esasperato scontro che va ridimensionato. “La gente ha bisogno di essere ascoltata – conclude la Piredda -. Questi atti deplorevoli nascono anche perché la multietnicità è un fattore oggettivo che esiste e va tutelato. Se si usassero toni meno aspri anche le risposte sarebbero meno violente”.