La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “L'inserimento di una domanda tanto demenziale nella batteria dei quiz per l'accesso a facoltà importanti come quelle sanitarie è un segnale inquietante del degrado e dello sgretolamento del concetto di cultura, così come viene oggi intesa”
Roma - Incredulità, qualche risata e molta perplessità hanno suscitato nelle aspiranti matricole, alcune delle 80 domande del test d’accesso al corso di laurea “Professioni sanitarie” presso l’università Sapienza di Roma. Nella prova che si è svolta ieri in un'aula della clinica pediatrica del Policlinico Umberto I, sono infatti stati numerosi gli interrogativi insoliti, decisamente lontani dall’ambito d’interesse medico e scientifico. Fra tutti spiccava il quesito di cultura generale su quali fossero i gusti serviti dalla “Grattachecca” della “Sora Maria”, chiosco in zona Prati, noto ai romani ma forse non alla totalità degli studenti arrivati in massa dall’intera penisola. Sui fatti è intervenuta Annalisa Martino responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “L'inserimento di una domanda tanto demenziale nella batteria dei quiz per l'accesso a facoltà importanti come quelle sanitarie, è un segnale inquietante del degrado e dello sgretolamento del concetto di cultura, così come viene oggi intesa. Questo senza nulla togliere alla dignità professionale di Sora Maria. È inquietante, infatti – prosegue - , che ciò venga inglobato nel pacchetto di dati e di nozioni che dovrebbero connotare il patrimonio culturale di uno studente di 19 anni che si appresta ad intraprendere un percorso significativo come quello universitario. È come se si volesse a tutti i costi abbassare gli standard culturali cui uno studente medio può aspirare. E ciò non significa necessariamente indulgenza verso questa generazione disorientata, sfortunata ed espropriata del proprio futuro, quale è quella dei ventenni del nostro presente. Vuol dire piuttosto, molto più pervicacemente, stigmatizzare uno statuto di debolezza, di inconsistenza e di assoluta mancanza di apparati valoriali oltre che culturali, accettato ormai come strutturale ai giovani d'oggi” I partecipanti hanno riversato la propria indignazione sui social network, Facebook in particolare, raccontando quanto era accaduto all’esame d’ammissione. Veniva richiesta loro conoscenza approfondita oltre che di golose specialità anche delle canzoni di Vasco Rossi, del libro “Il Codice Da Vinci”, fino ad arrivare a Monica Lewinsky e Peter Pan.“Non credo proprio – asserisce l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – , neanche ricorrendo alla più avveniristica delle ipotesi, che a un aspirante sanitario degli anni sessanta si sarebbe potuto mai porre simile quesito. Mi rifiuto di pensare, infine, che la domanda sia stata formulata per avvantaggiare gli studenti romani. Ma anche in questo caso – conclude la Martino - , Roma per Roma, si sarebbe potuto porre un quesito, sia pure in ‘veste rosa’, sul Ponte Milvio o su Piazza di Spagna”.