Antonella Silipigni, responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti: “Un caso emblematico che poteva essere evitato”
ROMA – Continuano gli scioperi presso la Fiat di Termini Imerese (Palermo) contro la fine della produzione di auto dello stabilimento, annunciata dal Lingotto, a partire dal 2011. Alla mobilitazione dei lavoratori si è aggiunto il contributo dei sindacati, dei commercianti, degli studenti e delle famiglie coinvolte.
Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, ha dichiarato: “Sono scelte importanti che non devono penalizzare una regione martoriata con problemi di disoccupazione eccessivi rispetto ai dati nazionali, creando ripercussioni sulle famiglie e sulla vita della zona. Quello di Termini Imerese è uno stabilimento storico e mi auguro che venga mantenuta la promessa di un cambio di produzione al posto della chiusura della fabbrica. I lavoratori hanno bisogno di sicurezza e della certezza di un lavoro per almeno uno, due o tre anni”.
Anche Antonella Silipigni, responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, vede questa decisione in maniera critica: "Si tratta di un gravoso problema che ci portiamo avanti da anni, frutto del comportamento negligente dell'attuale Governo e della sua assenza al momento delle trattative della Fiat italiana con gli stabilimenti esteri. Sono mesi che in Italia la produzione interna è in calo e ci svegliamo a Natale trovando sotto l'albero questa bella notizia, cronaca di una morte annunciata. Quando all'epoca - continua la Silipigni - gli operai e i sindacati si erano mossi per lamentarsi contro i tagli allo sviluppo e all'innovazione, nessuno ha mosso un dito.
La chiusura della produzione di questo stabilimento porterà conseguenza di riflesso su tutto l'indotto e sulle piccole medie imprese che, lavorando per conto di Fiat, costituiscono l’ossatura del notro Paese”,