Il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti : “Non si sa come mai questo sia accaduto, il nostro movimento auspica che venga fatta automaticamente luce sulle responsabilità e che quanti hanno sbagliato paghino immediatamente”
Roma – Una collina di detriti. Si presenta così il paesaggio di Fienile, borgo che circonda la zona del Mugello, presso Firenze, un tempo pendio adibito a pascolo e alla coltivazione dell’olivo. Il paesino, è stato inserito in un progetto di “rimodellamento ambientale” che in pochi anni lo ha trasformato in un deposito di fanghi, rocce e scarti di asfalto. Colpevoli dello scempio, stando ai pm, sarebbero i responsabili di Autostrade e delle imprese Todini, Toto e Btp.
“Siamo di fronte all’ennesimo scandalo all’italiana – interviene Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti - , purtroppo come al solito non si conferisce peso a quello che può accadere dopo questi interventi. Si distrugge e depaupera un paesaggio, l’ambiente che ne fa parte. Si tolgono ulteriori spazi agli agricoltori che già non vivono un momento facile, li si priva di questi territori. La cosa più preoccupante - prosegue - è che a farlo sia un’istituzione come Autostrade per l’Italia che ha ormai conquistato praticamente tutta la nazione, non sapendo però poi dove scaricare i propri rifiuti e tutte le sostanze nocive per l’ambiente e per la salute. Esistono alcuni paesi che ancora lottano per non costruire autostrade e continuano a viaggiare seppur lentamente, nel rispetto della natura”.
Il progetto paesaggistico di restauro e valorizzazione, stando alla Magistratura, sarebbe stato una ‘copertura’ per smaltire l’enorme quantità di smarino estratto in seguito alla realizzazione della terza corsia dell’Autostrada del Sole e di alcuni tunnel dell’alta velocità. I borghi inoltre non presentavano condizioni di degrado, requisito necessario per essere coinvolti nel rimodellamento territoriale.
“A permettere questo – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -sono stati anche coloro che amministrano tali territori, l’Italia dei Diritti da sempre si batte per il rispetto dell’ambiente e per una chiara gestione che punti a non far accadere mai più cose del genere. Dovrebbero esistere degli organismi dediti al controllo, in grado di garantire l’attuazione di un piano regolatore urbanistico corretto, di assicurare che venga rispettato e di controllare che non ci siano poi delle furbate come questa. Un ‘rimodellamento ambientale’ è una scusa assolutamente ridicola, che non dovrebbe neanche essere accettata dal piano regolatore. Non si sa come mai questo sia accaduto – chiosa Vedova -, l’Italia dei Diritti auspica che venga fatta automaticamente luce sulle responsabilità e che quanti hanno sbagliato paghino immediatamente”.