Il responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti : “L'abusivismo è un fenomeno diventato di routine in questa città perennemente in attesa del prossimo condono o di una dilazione dei tempi di sgomberi e demolizione per scopi ‘umanitari’”
Roma - Venticinquemila metri quadrati di terreno sulle sponde del fiume Tevere, sui quali erano state erette ventotto costruzioni abusive, una delle quali adibita al ricovero di trenta cani abbandonati. Questo, in numeri, lo scenario che si è presentato di fronte alla Polizia Municipale di Roma, che ha immediatamente proceduto al sequestro dei fabbricati e agli accertamenti necessari.
Sui fatti è incisivo il commento di Luca Calgani, responsabile capitolino dell’Italia dei Diritti : “Questa è la strada su cui è necessario porre un focus importante, per prevenire sul nascere il crearsi di tragedie di cui ci accorgiamo sempre dopo eventi luttuosi. L'abusivismo è un fenomeno diventato di routine in questa città, perennemente in attesa del prossimo condono o di una dilazione dei tempi di sgomberi e demolizione per scopi ‘umanitari’. Il fatto che comunque fossero già stati costruiti 28 lotti - sottolinea Calgani - , deve far riflettere sui tempi di azione a fronte di palese illegalità. La realizzazione di strumenti di identificazione preventiva avrebbe sicuramente costi inferiori rispetto a quelli che si sosterranno per il ripristino dell'area”.
Alla base dell’illecito una vera e propria compravendita di piccoli terreni tra italiani e rumeni, per la quale sono state denunciate 23 persone. I lotti, venduti da un cittadino italiano, erano stati protetti dai compratori in attesa di renderli vere e proprie abitazioni abusive sulle rive del Tevere.
“L'ultima parola – asserisce Calgani - , la voglio spendere per gli animali che trovano spesso ricovero in strutture fatiscenti e abusive, nelle quali la loro tutela sicuramente non è garantita. Questo – tuona l’esponente del partito presieduto da Antonello De Pierro - apre un’ altra pagina sulla gestione capitolina degli animali, che giudico pessima, a partire dal pronto soccorso per finire ai centri di accoglienza e ricovero, costantemente sovraffollati ed appesi alla buona volontà delle associazioni".