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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
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Nube tossica nel Milanese, lo sdegno di Vedova

Il vice responsabile per la provincia meneghina dell’Italia dei Diritti:

“Le industrie chimiche e farmaceutiche continuano a devastare le aree rurali, non curandosi del pericolo per la salute e per l’ambiente. Servono controlli mirati”

 

 

Milano - Esprime tutto il suo sdegno Alberto Maria Vedova, vice responsabile per la provincia di Milano dell’Italia dei Diritti, alla notizia che l’hinterland del capoluogo lombardo è stato invaso da una nube tossica. L’allarme è scattato a Settala, una zona in cui si annoverano varie aziende che operano nel campo chimico.  Si ipotizza che le emissioni potrebbero essere state provocate dal diserbante irrorato nei campi alle periferia del paese.  Coinvolte una ventina di persone, sei delle quali finite in ospedale.

“Oltre all’altissimo tasso di inquinamento con il quale i cittadini devono fare i conti ogni giorno – sottolinea Vedova, ribadendo che Milano è una delle città più inquinate d’Italia – ci troviamo di nuovo di fronte all’ennesimo grave episodio pericoloso non solo per l’ambiente, ma anche per la salute”.

Il  portavoce lombardo dell’Italia dei Diritti denuncia una situazione ai limiti della sopportazione: “Le industrie chimiche e farmaceutiche continuano a devastare le aree rurali,  fregandosene delle conseguenze delle proprie azioni: l’inquinamento immediato e i problemi successivi”. Vedova non concede alibi: “E’ un grande pericolo per la salute e per l’ambiente. Non solo i derivanti dagli scarti delle industrie, ma ora anche chi opera con diserbanti per il settore agricolo. Si pensa solo a fare cassa, alle aziende interessa solo il profitto, ma quale futuro può esserci in un simile contesto? E’ assurdo pensare come nessuno prenda in considerazione i rischi”.

Dal referente del movimento fondato da Antonello De Pierro arriva un attacco a chi di dovere: “L’amministrazione deve fare in modo che ci siano più controlli, mirati e non sporadici. Una situazione del genere non è più tollerabile”.

 

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