Il viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti : “Questo episodio conferma quanto sia necessario attivare controlli su tutto il territorio nazionale”
Roma – Assistevano i pazienti, praticavano loro iniezioni e altre terapie sanitarie senza avere mai ottenuto l’abilitazione professionale. I tre falsi infermieri che esercitavano a Milano e Torino, in ospedali pubblici e strutture private, risultano attualmente indagati nell’ambito di un’indagine dei Nas del capoluogo piemontese. Per loro si ipotizzano i reati di esercizio abusivo della professione medica, falsità materiale e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale.
Sulla vicenda è intervenuto Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti : “Questo episodio conferma quanto sia necessario attivare controlli su tutto il territorio nazionale, perché nello stesso modo in cui sono riusciti ad inserirsi tre paramedici irregolari, potrebbero introdursi 300 falsi infermieri o persone che non hanno accertate competenze per poter esercitare questa professione. Un tipo di mestiere – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - nel quale è doveroso mettere davanti a tutto la produzione di salute e in secondo piano il denaro, non il contrario”.
Due dei tre indagati, tutti intorno ai 35 anni, erano operativi a Torino : un uomo, italiano, infermiere senza diploma, abusivo dal 2002 in uno degli ospedali pubblici cittadini e una donna cilena occupata da tempo, grazie all’esibizione di certificati fasulli, in una nota clinica della zona.
Solo 12 mesi è durata la farsa del terzo di loro, un tunisino impiegato in una struttura privata di Milano. L’uomo, esibendo documenti falsificati, era riuscito a farsi assumere nonostante la bocciatura all’esame di abilitazione.
“Rimane sempre aperta la domanda su chi controlli i controllori – commenta l’esponente del movimento extraparlamentare - ribadiamo ancora una volta l’estrema necessità di enti certificatori riconosciuti dalla comunità europea, al fine di verificare chi esamina e conseguentemente - chiosa Smiroldo - le nostre istituzioni”.