Il responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti: “L’aspetto più grave è l’intreccio politica-camorra a livello nazionale”
Roma - Giorgio Magliocca, sindaco di Pignataro Maggiore (Caserta), è stato arrestato questa mattina con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Esponente del Pdl, Magliocca nel 2010 è stato anche nominato dirigente del Comune di Roma, ovvero coordinatore di gabinetto della segreteria di Gianni Alemanno, al costo di 90mila euro l’anno.
Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti, dichiara sulla vicenda: “Mi sono fatto un’idea su chi sia questo signore già anni fa. L’8 giugno del 2006 fui chiamato in aula da Landolfi, leader di Magliocca. Landolfi ammise di essersi sporcato le mani affermando che lui vive in un territorio molto difficile, molto simile al mio, e che io non mi sarei mai interessato a esso mentre lui l’avrebbe fatto. Disse che mi avrebbe consegnato un macigno se non avessi fatto anch’io quello che aveva fatto lui. A distanza di tre anni – prosegue Barbato – il macigno l’ho restituito io a Landolfi poiché, facendo politica in quegli stessi territori, non mi sono mai sporcato le mani. Oggi abbiamo la riprova della politica di Landolfi, del suo braccio destro Magliocca e del Pdl, e di come si impegnino per il territorio. Proprio Magliocca, all’indomani dello scontro con Landolfi, mi attaccò invitandomi a chiedere scusa. Dopo due anni credo che siano i cittadini di Pignataro Maggiore a vergognarsi di avere un sindaco del genere e di come fa politica”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro sottolinea: “Ho già ringraziato il procuratore aggiunto antimafia Cafiero De Raho ed il Pm Milita che hanno effettuate le indagini e stamattina hanno arrestato il sindaco di Pignataro Maggiore. Inoltre, mi sono complimentato con la magistratura per il suo lavoro, grazie a esso si fa luce su questa politica, specie del PdL, che va a braccetto con la Camorra. Questo ben si evince dai casi Landolfi e Magliocca, sui quali pesa un’inchiesta della procura di Napoli per l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche dello stesso Landolfi per l’inchiesta di Camorra. L’aspetto più grave – continua Barbato – è come l’intreccio politica-Camorra sia su scala nazionale, come evidenziano il Comune di Roma e il sindaco Alemanno, il quale ha tra i suoi dirigenti il Magliocca, in passato già consulente delle Comunicazioni. Questa è una politica inquinata che per Alemanno non è nuova, poiché un altro soggetto protagonista della P3, Pasqualino Lombardi, disse, nel carcere di Avellino, che aveva raccomandato ad Alemanno di far assumere come capo gabinetto un suo concittadino di Cervinara.
Che bella politica questa del sindaco Alemanno, il quale si serve e fa entrare nelle istituzioni persone raccomandate dalla P3 o legate alla Camorra. I cittadini di Roma devono veder finire i loro soldi nelle tasche della Camorra: che vergogna!”
Sulla vicenda ha voluto dire la sua anche Federica Menciotti, vice di Barbato nel dipartimento per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti, che così si è espressa: “Chiediamo al sindaco Gianni Alemanno la revoca immediata del mandato di Giorgio Magliocca, in quanto è un atto dovuto. Esiste la presunzione di innocenza fino a prova contraria, ma di fronte a sospetti così gravi, anche in mancanza di sentenza definitiva, la persona deve essere allontanata e sollevata da qualsiasi incarico, è la stessa opinione pubblica che lo chiede. In mancanza di risposta da parte del sindaco Alemanno se ne dovrà tenere conto”.