La responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti: “Tali proposte dovrebbero avere una maggiore sistematicità ed estendersi ad un’area metropolitana molto più allargata del solo capoluogo lombardo”
Milano - “Questo balletto di responsabilità non fa altro che palesare la leggerezza con cui si sta affrontando un problema così grave, come quello dell’inquinamento. Il blocco del traffico, la riduzione del limite di velocità a settanta chilometri orari su tangenziali e arterie provinciali sono iniziative interessanti, ma ad esse dovrebbero seguire dei precisi interventi seri e mirati, come la sistemazione della segnaletica stradale”. Non ha dubbi Annalisa Martino, responsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, sulle misure anti-smog introdotte dal Comune, alcune delle quali non sono state ancora attuate, dal momento che Anas e Serravalle si rimbalzano il rilascio del via libera sulle tangenziali, mentre si attendono ancora risposte dai concessionari autostradali.
“Ho trovato molto grave - dichiara la Martino - il fatto che la scorsa settimana, prima ancora di prendere la decisione di bloccare il traffico cittadino, fosse diffusa tra alcuni esponenti delle istituzioni la tendenza a minimizzare la problematica. Lo stesso Formigoni ha detto che quella milanese non è una situazione così difficile, mentre ci sono metropoli come Ancona e Napoli che sono molto più inquinate. La questione è che queste ultime sono città di mare, quindi non hanno, sotto quest’aspetto, gli stessi problemi che si vivono in una realtà come Milano, o quella dell’intera Lombardia”.
“Tali proposte dovrebbero avere una maggiore sistematicità ed estendersi ad un’area metropolitana molto più allargata della sola città meneghina - incalza l’esponente cittadino del movimento guidato da Antonello De Pierro -. A tal proposito è evidente il fallimento dell’Ecopass, tanto acclamato dal sindaco Moratti. In realtà, questo progetto si riduce ad un’area del centro cittadino abbastanza ristretta, quando le soglie della presenza di polveri sottili vengono costantemente superate nelle zone vicine alla circonvallazione in cui vi sono grandissimi insediamenti”.
Concludendo, la Martino si sofferma su una delle possibili cause della situazione attuale: “I partiti ecologisti sono messi nell’angolo. È molto difficile inventarsi un costume ambientalista, quando invece manca nel dna di certi partiti che hanno il potere decisionale. Bisogna lavorare in maniera operativa e non prendendo decisioni che poi non hanno un riscontro nei fatti”.