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La Piredda boccia gli aumenti autostradali previsti nella manovra

La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti: “Misure che colpiscono solo chi ha già sofferto a causa della crisi economica”

 

Roma – “Ennesima dimostrazione di come questa manovra economica, lungi dal tagliare in maniera intelligente, colpisca solo i ceti medio – bassi su cui già grava il peso della recente crisi economica”. La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti Maruska Piredda lancia l’allarme in merito all’aumento dei pedaggi autostradali previsto nella legge finanziaria. I rincari scatteranno il 1 Luglio e saranno di due tipi: il primo prevede una maggiorazione forfettaria di 1 euro per auto e motoveicoli, e 2 euro per camion; nel secondo caso invece l’aumento sarà da 1 a 3 millesimi di euro per chilometro per le classi di pedaggio A e B e le classi 3, 4 e 5, su tutte le autostrade d'Italia. Non saranno oggetto di pedaggio il Grande Raccordo Anulare di Roma e la Roma – Fiumicino, ma il rialzo dei prezzi colpirà chi vi transiterà in entrata e in uscita dalla capitale utilizzando uno dei raccordi autostradali di collegamento. “Un aumento palesemente penalizzante nei confronti dei tanti pendolari che ogni giorno si recano a Roma per lavoro – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – a cui si somma anche il taglio dei fondi al trasporto ferroviario nell’ambito degli accordi tra Regioni e Ferrovie dello Stato; senza contare poi che tale provvedimento avrà effetti anche sui prezzi dei generi alimentari trasportati su gomma. Il delicato momento economico sicuramente impone una certa austerità – conclude la Piredda – ma questi ulteriori balzelli non aiuteranno il paese ad uscire dalla crisi, serviranno solo a mettere in ginocchio le famiglie già in difficoltà”.

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