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Scuola incendiata per noia a Monza, per la Piredda segno di solitudine

La viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Gli adolescenti ignorano le ripercussioni che alcune azioni possono avere”

 

Milano – Sono stati denunciati per incendio aggravato in concorso, i sette adolescenti di età compresa tra i 12 e i 16 anni che per noia hanno pensato di appiccare il fuoco nel loro istituto scolastico, rischiando di ridurlo in cenere. È accaduto a Bernareggio, in provincia di Monza e Brianza, dove due giorni di vacanza sono diventati il pretesto per una pericolosa bravata messa in atto per passare il tempo, quasi fosse un’attività ludica.

 

“Purtroppo c’è un problema oggettivo di perdita dei valori, intesi come passioni, ideologie, interessi, che riguarda la società moderna e di cui noi tutti siamo colpevoli”, ha commentato Maruska Piredda, viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti. “La vita di questi ragazzi – incalza – è abbastanza appiattita su sé stessa, non va a scavare in profondità; questo porta anche a ignorare le ripercussioni che alcune azioni possono avere, e di conseguenza a commettere reati in maniera completamente incosciente, senza rendersi conto della gravità del danno compiuto”.

 

La viceresponsabile lombarda del movimento presieduto da Antonello De Pierro individua nella famiglia l’anello debole della catena sociale: “Oggi – spiega la Piredda – per entrambi i genitori c’è la necessità oggettiva di lavorare e ciò comporta, di fatto, un’assenza che si traduce in un’eccessiva solitudine di questi ragazzi. Una cura a questa nullafacenza – conclude – potrebbe essere lo sport, che rimane ancora uno dei pochi ambienti sani in cui si impara a crescere in gruppo”.

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