Main menu

Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

In Liguria arriva la pillola abortiva Ru486, il punto della Muratore

La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “La vita è un valore, ma prima di tutto si devono difendere i diritti delle donne”

 

 

Genova – “Pur essendo cattolica, al di là dei dogmi stabiliti dalla fede, se c’è una legge che sancisce il diritto dei cittadini questa va rispettata sopra ogni altra cosa. Non capisco le polemiche a riguardo, non posso dimenticare la condizione in cui erano costrette a versare migliaia di donne quando in Italia ancora non vigeva un’adeguata regolamentazione in materia. Se per il nostro paese l’aborto rappresenta un problema che va a toccare le coscienze, perché allora non si è riusciti a proporre una valida campagna sulla contraccezione? L’Olanda, dove si è provveduto a disciplinare la questione con particolare attenzione, incentivando l’uso dei metodi contraccettivi, oggi risulta essere lo stato europeo con il più basso tasso di aborti”.

 

Attraverso questa analisi Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, illustra il proprio punto di vista sull’avvio alla sperimentazione, a partire da maggio, della pillola abortiva Ru486 nel Levante, presso le strutture ospedaliere coperte dalla Asl 4.

Preoccupazioni sono sorte in merito all’elevato tasso di ginecologi obiettori presenti su questo territorio. Militanti di Forza Nuova hanno avviato manifestazioni di protesta contro l’uso del farmaco.

 

“Purtroppo l’Italia sotto l’aspetto della comunicazione si trova al pari dei paesi del terzo mondo. Chiedo a gran voce di incentivare l’uso dei metodi contraccettivi, il tutto inserito, naturalmente, in un contesto di consultori pubblici efficienti e che adempiano le loro funzioni in maniera capillare su tutto il territorio nazionale – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – Per quanto riguarda l’eventualità di possibili obiezioni di coscienza da parte dei ginecologi a somministrare il farmaco alle pazienti – conclude la Muratore – solo il tempo ci sarà dare delle risposte, e se saranno negative interverremo in prima linea per la difesa dei diritti delle donne”.

FacebookTwitter