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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
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A Pordenone per chi è nero il caffè costa di più, il disgusto di Smiroldo

Il responsabile per il Friuli Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti: “Comportamenti da condannare e correggere immediatamente”

 

Roma - Inaudito episodio di razzismo a Spilimbergo, in provincia di Pordenone, dove il giorno di Pasqua la titolare di un bar, una cinese di 20 anni, dopo aver chiesto ad un cliente originario del Bukina Faso, 1 euro per un caffè invece dei soliti 90 centesimi, di fronte alle vibranti proteste dell’uomo ha risposto: “Sei nero, paghi il caffè un euro”. A questo punto l’operaio di colore si è rivolto ai carabinieri, davanti ai quali la barista ha ammesso le sue colpe asserendo però che  tale escamotage le fosse stato consigliato dai clienti italiani.

 

“Questo è un gravissimo caso di razzismo sociale”, dice amareggiato Luigino Smiroldo, responsabile per il Friuli Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti, intervenuto a commentare la vicenda. “Infatti – spiega il rappresentante del movimento extraparlamentare che  fa riferimento ad Antonello De Pierro –, è verissimo che in queste zone c’è un atteggiamento razzista verso le persone di colore, ma solo per quelle provenienti dall’Africa, e non già verso gli afroamericani che qui abbondano, considerata la presenza di una base militare statunitense in provincia di Pordenone, a pochi chilometri dal bar incriminato”. È proprio su questo aspetto che scatta la provocazione di Smiroldo contro il dilagante malcostume sociale degli italiani e di altre etnie della regione nei riguardi degli immigrati africani: “Siccome ci sono partiti che soffiano sul fuoco della xenofobia mi chiedo perché non mettano un gazebo davanti la base militare Usa con l’invito ad usare il sapone dopo aver toccato un extracomunitario, così come accaduto poco tempo fa in un altro comune italiano. In fondo anche gli americani sono extracomunitari. La verità è che un pover’uomo, un disagiato o un disoccupato viene discriminato più per il suo status sociale che non per il colore della sua pelle. In entrambi i casi sono comportamenti da condannare e correggere immediatamente”.

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