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Gite scolastiche differenziate per censo a Pordenone, l’analisi della Martino

La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Gli insegnanti fanno l’impossibile per accontentare tutte le famiglie, è l’agenzia di viaggi responsabile della disavventura delle pulci”

 

 

“Se veramente i criteri di selezione si fossero basati sul reddito delle famiglie, dissento da questa scelta ma solitamente le scuole fanno l’impossibile per venire incontro ai ragazzi e credo che le differenti destinazioni abbiano risposto principalmente  a criteri didattici”. Questo il primo commento della responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti Annalisa Martino alla notizia che un istituto di Pordenone avrebbe organizzato gite scolastiche con destinazioni diversificate e relative disparità di prezzo e trattamento - Londra a seicento euro a persona, Monaco a duecentottanta – per venire incontro alle famiglie meno abbienti. La polemica è sorta perché gli studenti che sono andati in Germania sono tornati con le pulci presenti nei materassi dell’albergo. Prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Trovo improbabile questa suddivisione per censo, sicuramente l’agenzia di viaggi deve rispondere di quanto accaduto perché qualunque cifra venga pagata dagli studenti dovrebbe essere garantito un alloggio dignitoso a tutti. Il vero problema – spiega la Martino – è che la scuola pubblica si trova in una condizione di totale indigenza e ha a che fare con famiglie mediamente sempre più povere. Sono certa della buona fede dell’istituto in questione, semmai andrebbero riviste alcune scelte, ci sono paesi nei quali si risparmia di più e si può disporre di servizi migliori come ad esempio le capitali dell’est Europa o la Spagna. Spesso si abbassa anche il numero dei giorni per dare la possibilità a tutti e risparmiare, gli insegnati di solito tentano di fare l’impossibile per accontentare il maggior numero di studenti. Infine c’è da dire che una volta i Comuni finanziavano le scuole per far viaggiare i ragazzi meno abbienti, ora queste sovvenzioni sono sparite e dove ci sono non coprono neanche il costo di un pranzo: ora è tutto a carico delle famiglie. In questo caso specifico – conclude la Martino – è il tour operator il vero responsabile. Mi  auguro che l’istituto, oltre a cessare il rapporto con l’agenzia di viaggi, chieda ad essa un adeguato risarcimento visto che è nell’interesse della scuola, pure in caso di destinazioni e quote diverse, tutelare gli alunni e garantire loro soggiorni dignitosi”.

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