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Firmate le ordinanze su via Padova a Milano, l’opinione di Ragone

Il viceresponsabile milanese dell’Italia dei Diritti: “Le ordinanze del sindaco arrivano tardi e risolvono solo in parte i problemi”

 

 

Milano – “Milano avrebbe dovuto seguire gli esempi di città come Berlino e Barcellona, dove i locali notturni sono localizzati in quartieri appositi, senza abitazioni negli immediati dintorni e con un controllo oculato della polizia. Stabilire ora una sorta di coprifuoco, e limitare il lavoro dei commercianti che hanno ottenuto una regolare licenza mi pare fuori luogo”.

 

Con queste parole il viceresponsabile milanese dell’Italia dei Diritti, Luca Ragone, commenta la firma da parte del sindaco di Milano, Letizia Moratti, delle due ordinanze che regoleranno sino al 31 luglio prossimo la vita nella zona multietnica del capoluogo lombardo con l'obiettivo di ridurre gli assembramenti serali e notturni. Nel primo provvedimento i proprietari di immobili sono obbligati a presentare, entro trenta giorni, alla polizia locale  un’autocertificazione con i dati della locazione. Stessa cosa dovranno fare gli inquilini. Agli amministratori viene richiesto di segnalare qualsiasi irregolarità. La mancata segnalazione da parte di quest’ultimi verrà sanzionata con una multa di 450 euro .

La seconda ordinanza colpisce invece la vita di strada, riducendo gli orari di apertura e chiusura di locali notturni, centri massaggi, phone center e negozi di vendita al dettaglio. 

 

 

“Approvo la decisione di effettuare maggiori controlli su inquilini e proprietari di casa – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –  tuttavia alcune scelte determinanti su via Padova dovevano essere prese in tempi non sospetti”.

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