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Italia dei Diritti

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Strumenti di tortura made in Italy, lo sdegno di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Una vergognosa offerta che risponde ad una squallida domanda“

 

Roma, 17 Marzo 2010 – “Una notizia questa che evoca abitudini medievali, estranee a una società del 2010”. Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà, con queste parole commenta sdegnato il rapporto diffuso da Amnesty International su un fiorente commercio di articoli per la tortura che coinvolgerebbe anche aziende sul territorio nazionale. Il fascicolo dell’organizzazione non governativa, in dirittura d’arrivo alla sottocommissione per i diritti dell’uomo del Parlamento Europeo, denuncia i profitti che alcune imprese italiane otterrebbero dalla vendita all’estero di strumenti per gli interrogatori sotto tortura. Blocca-caviglie, manette, batterie per somministrare scariche elettriche, vengono commercializzati in paesi dove gli interrogatori vengono condotti con metodi brutali, in violazione di qualsiasi convenzione sui diritti dell’uomo. Una tratta diventata illecita, dopo l’approvazione del regolamento comunitario che bandisce il commercio di merci utilizzate per la pena di morte e la tortura.

“Ora il «Made in Italy» diventa leader anche nel settore del sadismo – incalza sarcastico l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, palesandosi quale vergognosa offerta di una squallida domanda. Auspico che al più presto la comunità internazionale intervenga – conclude Soldà -, affinché venga posto un argine ai sotterfugi giuridici che permettono una lucrosa sospensione della morale capitalista”.

 

 

 

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