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De Pierro, dopo Bonn per Berlusconi è giunta l’ora di andare a casa

Il presidente dell’Italia dei Diritti “A mio modesto parere egli esterna comportamenti che denotano tratti di personalità non compatibili con il ruolo rivestito

 

Roma, 11 dicembre 2009 – “Credo che il presidente del Consiglio abbia abbondantemente superato i limiti della normale tollerabilità. Ciò che è successo a Bonn è di una gravità inaudita, i presenti al congresso non erano là per sentire le esternazioni private del premier ma per ben altri motivi. Aver avuto la legittimazione popolare non significa affatto che egli possa fare come gli pare. Penso che ormai non ci sia più un problema soltanto di democrazia, ma oggettivamente bisogna chiedersi se Berlusconi è idoneo ad occupare quel posto che, sebbene gli sia stato conferito dalla sovranità popolare, sta dimostrando di essere incapace a rappresentarlo”. Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, stigmatizza pesantemente le gravi accuse lanciate dal premier Silvio Berlusconi contro la Corte costituzionale e i giudici durante il suo intervento al congresso del Ppe a Bonn. Toni forti sia nella sostanza sia nella forma, talvolta colorita, che hanno generato una ridda di reazioni politiche, dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al presidente della Camera, Gianfranco Fini, per concludere con i leader delle opposizioni.

 

“L’Italia ha tanti problemi che la affliggono – prosegue indignato De Pierro – e la gestione dissennata dell’attuale esecutivo sta contribuendo non poco ad aggravarli in tanti comparti del tessuto sociale. Eppure, incredibilmente, le colonne dei quotidiani e le immagini dei telegiornali nella maggior parte dei casi si soffermano a dare spazio a tutto ciò che ruota intorno al premier, sempre pronto a strumentalizzare a suo vantaggio ogni evento. Berlusconi sostiene di essere perseguitato dai giudici e su questa linea il Parlamento, dal 1994 in poi, spesso con l’avallo colpevole di una parte del centrosinistra, ha legiferato soltanto per fronteggiare i suoi guai giudiziari o di chi gli sta intorno. Berlusconi dimentica che in Italia vige l’obbligo dell’azione penale e, quindi, se ai giudici arriva da qualsiasi fonte una notizia di reato non possono far finta di nulla, ma sono obbligati per legge a indagare e a verificarla, e ciò soprattutto a vantaggio della persona coinvolta che, se estranea ai fatti, salvo rari errori giudiziari, normalmente riuscirà a dimostrare la sua non colpevolezza nella vicenda. Tra l’altro – rincara la dose De Pierro –  non dimentichiamo che gran parte dei processi a suo carico sono sempre iniziati prima che egli scendesse in politica e alcuni sono terminati solo per prescrizione, non certo per completa estraneità”.

 

Poi il leader dell’Italia dei Diritti sottolinea un aspetto poco dibattuto sul quale invita a riflettere: “Qui non è più un problema di linea di pensiero, di destra o di sinistra, bensì a questo punto il problema è il premier stesso che non può continuare a ridicolizzare l’Italia all’estero muovendosi più come un clown che come un uomo delle istituzioni. Per raccontare le sue barzellette, che trovo tra l’altro simpatiche, ci sono ben altre platee e non c’è da meravigliarsi che alti esponenti istituzionali quali il Presidente della Repubblica e quello della Camera non condividano siffatti atteggiamenti. Politicamente mi sento in dovere di auspicare per il bene del Paese, e anche di quegli italiani con le coscienze addormentate e i cervelli in esilio che lo hanno votato, che Silvio Berlusconi presenti le sue dimissioni e si ritiri a vita privata; sarebbe opportuno che alcuni tra le file stesse del suo partito, dove tra l’altro sono presenti anche soggetti di grande spessore, accantonino ogni forma di opportunismo e gli chiedano di farsi da parte. A mio modesto parere egli esterna comportamenti che denotano tratti di personalità non compatibili con il ruolo rivestito, oppure semplicemente un carico di stress tale da non permettere la prosecuzione nell’espletamento di un mandato impeccabile”.

 

A conclusione del suo intervento De Pierro riserva al premier la sua polemica stoccata finale:  “Chiudo con una proposta: se il presidente Berlusconi è completamente refrattario a qualsiasi giudizio, che giunga da chicchessia su ogni singolo elemento del suo operato, si sottoponga a test di personalità per chiarirsi le idee con un esame introspettivo in cui il margine di errore è sicuramente molto ridotto e dove il suo stesso comportamento è artefice del risultato finale”.

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