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Un treno su due è in ritardo, la Piredda commenta

La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti: “Servono investimenti e la volontà di cambiare”

 

Roma – “I treni sono sempre in ritardo perché oltre ai problemi tecnici dovuti alla vecchiaia dei convogli,  c’è la questione del personale, ridotto all’osso e con turni molto pesanti”. Questo il commento di Maruska Piredda, responsabile per i Trasporti del movimento Italia dei Diritti, riguardo ai dati forniti da Legambiente sui ritardi dei treni nella stazione Termini di Roma. I monitoraggi effettuati dai volontari dell’associazione ambientale sui convogli in arrivo nella stazione capitolina nelle giornate del 23, 24 e 25 novembre, nella fascia pendolare che va dalle 7 alle 9.30 del mattino, hanno dimostrato come oltre la metà dei treni dei pendolari sia sempre in ritardo. Roma Termini si posiziona tra le stazioni dove si accumulano più ritardi in Italia, piazzandosi al terzo posto nella classifica nazionale con una percentuale del 54% di treni pendolari in ritardo (94 su 174), dopo Milano Cadorna (59%) e Milano centrale (57%). La media del ritardo è stata di 8 minuti, con un picco di 43 minuti e un treno che è stato soppresso, mentre solo il 24% (41 treni) è giunto in orario. “I treni – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -  sempre rotti e con problemi costanti, mettono in discussione anche la sicurezza del servizio. Siamo di fronte ad una situazione complessa, soprattutto a causa della lentezza e del ritardo con cui si presenta l’Italia rispetto agli altri Paesi per quanto riguarda il settore trasporti. Abbiamo speso tantissimi soldi per la freccia rossa, quando a Shanghai ci hanno già superato con l’altissima velocità. Servono investimenti, - conclude la Piredda - ma soprattutto la volontà di agire”.

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