Il presidente del movimento extraparlamentare: “È importante che, terminata la protesta di piazza, chiunque abbia una visione corretta dei fatti parli con più persone possibili, raccontando la verità che ci illumina e senza la quale non esiste democrazia”
Roma – “La nostra partecipazione alla manifestazione era un dovere civico e politico dal quale non potevamo assolutamente sottrarci, in virtù di quelli che sono i principi fondanti del nostro movimento: difendere i diritti individuali e collettivi che, purtroppo, sempre più spesso, vengono violati nel nostro tessuto sociale”. È questo uno dei passaggi centrali del messaggio che Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, ha lanciato dal cuore della piazza del secondo “No B Day”, la manifestazione di protesta contro il premier Silvio Berlusconi organizzata dal Popolo Viola, svoltasi oggi a Roma. Più di 500 mila persone hanno sfilato in corteo da piazza della Repubblica fino a piazza San Giovanni, teatro dell’evento che ha visto la partecipazione di alcuni importanti leader dei partiti di opposizione quali Antonio Di Pietro (IdV), Nichi Vendola (Sel), Angelo Bonelli (Verdi), delle associazioni come Articolo 21, l’Anpi di Roma, Agende rosse di Salvatore Borsellino, e soprattutto dei movimenti della società civile. Tra questi anche Italia dei Diritti, che ha partecipato con un nutritissimo gruppo di suoi rappresentanti, ha chiamato a raccolta circa 1000 persone tra sostenitori e simpatizzanti dell’organizzazione, e ha esposto le proprie bandiere per unirsi al fermo coro di ‘no’ contro il governo Berlusconi e le sue politiche.
A tal proposito De Pierro, spiegando i motivi del malcontento popolare, ha aggiunto perentorio: “Tenuto conto di quello che l’attuale Governo, con il premier Berlusconi in testa, ha creato in questi oltre due anni di legislatura, non si può sottacere il grave nocumento che ha causato all’intera Nazione, pensando solo ed esclusivamente a legiferare per garantire l’impunità del presidente del Consiglio nei vari processi che lo vedono incriminato, oppure in favore di evasori fiscali o di colletti bianchi. Ma mai per la gente, mai per quei cittadini le cui coscienze hanno tentato di anestetizzare in ogni modo, sfruttando la potenza mediatica di tv e quotidiani, nonché la compiacenza di diversi giornalisti alias pennivendoli del potere costituito, che hanno assolto brillantemente il compito di dare massima diffusione alla propaganda del Sultano di Arcore, mistificando le notizie, occultando la realtà storica dei fatti e confezionando perpetuamente verità di comodo”.
Molteplici gli slogan e gli inviti a dimettersi dalla carica di primo ministro lanciati dai numerosi partecipanti intervenuti alla coloratissima mobilitazione anti-Berlusconi: un corteo pacifico, democratico, gioioso, che ha visto anche la presenza di molti bambini e, in generale, dei rappresentanti delle diverse realtà – precari, scuola, lavoro, antimafia – che hanno fatto sentire forte le loro voci polemiche e il loro dissenso contro l’attuale Esecutivo, volto a risolvere più i problemi del premier che quelli del Paese. Sotto il grande striscione “Svegliati Italia” si sono alternati i cori “Licenziamolo”, “Berlusconi dimissioni”, “Fuori la mafia dallo Stato”.
Parlando del significato profondo del “No B Day”, che ha bissato il successo dello scorso anno, Antonello De Pierro propone: “Manifestazioni del genere dovrebbero essere organizzate tutti i giorni, anche se il Cavaliere non sarà molto turbato dall’ingente partecipazione di massa a cui noi dell’Italia dei Diritti siamo orgogliosi di aver apportato il nostro considerevole contributo”. Quanto alle priorità di questo evento, il leader del movimento nazionale per la legalità e la trasparenza fa notare: “È importante che, terminata la protesta di piazza in cui è eruttata la rabbia della gente che ogni giorno vede calpestati i propri diritti e la propria dignità, chiunque abbia una visione corretta dei fatti e non si lasci dominare dall’informazione artefatta parli con più persone possibili, cercando non di convincere ma semplicemente di raccontare la verità che ci illumina e senza la quale non esiste democrazia”.