Il responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti esorta a distinguere: che la legittima condanna di un atto illecito non condizioni la libera attribuzione delle responsabilità
Roma – Il primo rischio è il «pensiero inutile», il pensiero qualunquista da bar del lunedì mattina, che confonde cronaca, politica e notizie sportive. «La prima cosa che passa nella mente di tutti coloro che apprendono notizie come queste è che politici, amministratori e militari sono tutti uguali – commenta il responsabile romano dell’Italia dei Diritti, Alessandro Calgani – Credo che sia il caso di evitare questa forma di pensiero inutile».
A balzare ai dubbi onori della cronaca è F.P., 49 anni, tenente colonnello dell’esercito, di stanza presso il comando dei supporti delle forze operative terrestri di base alla Cecchignola, arrestato in flagranza di reato dai carabinieri del nucleo operativo mentre all'interno del suo ufficio riceveva dalle mani di un imprenditore una tangente di circa 5mila euro.
«Questi atti deplorevoli non possono che essere condannati, ma sono propenso a considerarli fenomeni fisiologici di malcostume che si riscontrano ovunque – rincara la dose l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e poi bisognerebbe pensare che gli attori coinvolti sono sempre due. Da una parte un rappresentante del mondo delle istituzioni, dall’altra di quello economico. Il tornaconto è di entrambi, come le responsabilità».
Non solo. Il vero rischio connesso al «pensiero inutile» è che quello che tutti pensano prenda il posto di ciò che non tutti vedono, o vorrebbero vedere. « Il problema – conclude Calgani – è l'incremento di questi fenomeni, che si tende ad omettere dalle cronache, piuttosto che a contrastare radicalmente. Roma ha una grande opportunità, ma l'esempio dovrebbe nascere anche dai suoi amministratori, che spesso invece fanno notizia per essere coinvolti in atti analoghi».