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Morte Lelio Luttazzi, il cordoglio della Nieddu

La responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti : “Grande personaggio, una perdita incolmabile”

 

Roma -  Tra il silenzio e il garbo che hanno caratterizzato gli ultimi anni della propria esistenza, si è spento ad 87 anni a Trieste, sua città natale, Lelio Luttazzi. Artista completo che ha attraversato, vivendole, la storia della radio, della televisione, del cinema e della musica italiana nei momenti di massima crescita. Dal teatro di  rivista, al passaggio alla tv come comico e presentatore di numerosi varietà tra cui “Studio Uno”al fianco di Mina  fino al cinema, poi, come compositore. Luttazzi resterà il “maestro dello swing”, indimenticato conduttore radiofonico. “E stato senz’altro uno dei protagonisti dello spettacolo italiano – commenta Anna Nieddu, resposabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti –  la trasmissione radiofonica ‘Hit Parade’  è viva nella memoria delle persone che hanno vissuto quei tempi. Ciò che contraddistingue questi grandi personaggi che purtroppo, per motivi anagrafici, ci stanno lasciando è soprattutto la grande umiltà e la riservatezza. Lo stesso Luttazzi, diceva sempre dopo esser riapparso nel mondo dello spettacolo, di sentirsi un attore incapace e un musicista non particolarmente speciale, sostenendo che il ricordo del pubblico fosse legato proprio al suo sparire dalla scena”. Il riferimento va alle vicende che hanno adombrato vita e carriera dell’artista nel momento di massimo fulgore. Nel 1970 infatti fu arrestato con Walter Chiari e Franco Califano con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. Completamente scagionato dopo 27 giorni di carcere, fu liberato ma la sua carriera subì un contraccolpo definitivo. Non riuscì mai infatti a tornare in Rai e amareggiato si ritirò a vita privata. “Quella brutta storia –continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro –  nonostante la riabilitazione successiva, lo segnò per tutta la vita, asseriva infatti di vivere nel terrore che prima o poi saltasse fuori il suo nome in vicende legate alla droga”.

Negli ultimi anni, Luttazzi, aveva fatto nuovamente capolino sul piccolo schermo, intervenendo in trasmissioni Rai e al teatro Ariston, per il Festival di Sanremo 2009. “Personaggio schivo – conclude Anna Nieddu –  si rifaceva ad Oblomov, era una persona che ha lavorato fino all’ultimo dedicando un cd jazz alla sua amata citta: Trieste. Validissimo, dal punto di vista della musica, con un ritorno alle radici dello swing e del jazz. Grande personaggio, una perdita incolmabile”.

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