Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Dati in calo per la pena di morte nel mondo, ma anche la Cina deve conformarsi agli altri paesi e rinnegare questa pratica barbara”
Roma – “Non posso che essere sollevato nell’apprendere i dati relativi alla diminuzione delle esecuzioni capitali avvenuta nell’ultimo anno. Non è ammissibile che ancora oggi nel mondo venga attuata la più alta forma barbarica di inciviltà”. Con queste parole il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà commenta quanto emerso dal rapporto annuale condotto da Amnesty International sui numeri attinenti alla pena di morte. Secondo l’indagine del 2009 sono state giustiziate 714 persone in 18 paesi contro le 2390 registrate in 25 stati nel 2008. L’organizzazione a difesa dei diritti umani ha però dichiarato la non completezza dei dati forniti in quanto non tengono conto delle migliaia di esecuzioni probabilmente avvenute in Cina, dove le informazioni sulla pena capitale rimangono ancora un segreto di Stato.
“In merito alla condanna di Amnesty International sui dati approssimativi prodotti dalla Cina – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, esprimo il mio sconcerto nei confronti di una nazione che lotta con la pretesa e la volontà di superare economicamente e non solo una potenza come gli Stati Uniti ma che, nello stesso tempo, continua ad operare pratiche così arcaiche e condannabili come quella della pena di morte”.