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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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35 euro per fare concorso al Comune di Roma, la denuncia dell’Italia dei Diritti

Interviene Vittorio Marinelli, responsabile per la Tutela dei Consumatori  del movimento: “Dubbi sulla legalità del versamento”

 

“Alemanno s’inserisce nella scia dei grandi eventi avviata dai predecessori Veltroni e Rutelli: ma mentre questi ultimi organizzavano concerti il Gianni comunale organizza concorsi”. Questo il primo sarcastico commento del responsabile per la Tutela dei Consumatori  dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli  sui numeri del super concorso per circa duemila assunzioni al Comune di Roma nel quale molti precari e disoccupati ripongono tante speranze. La polemica e la denuncia del movimento sorge dal fatto che per partecipare alle suddette prove occorre obbligatoriamente fare un versamento di 10,33 euro alla Tesoreria del Comune di Roma, escluso il costo per la raccomandata con ricevuta di ritorno, obbligatoria anche quest’ultima. Spese di spedizione quasi raddoppiate come nei casi in cui alcuni candidati sono stati costretti a fare la raccomandata veloce, più costosa, perché in qualche ufficio postale erano terminati i moduli per quella ordinaria. Se a ciò si aggiunge il fatto che mediamente ogni aspirante si è iscritto a circa due concorsi, ciascuno può essere arrivato a sborsare fino a 35 euro circa solo per tentare di avere una o due possibilità di concorrere alla corsa per il tanto agognato posto fisso. Troppo per le tasche vuote dei disoccupati. Duro l’affondo dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “I quantitativi di persone che si spostano lungo lo stivale sono pressoché analoghi a quelli dei megaconcerti, le spese per le vettovaglie e il pernotto più o meno simili, quello che viene invece a onore del Sindaco è il diverso costo del ‘biglietto’. Al giorno d’oggi infatti anche l’ultimo sfigato che esce dalla scuderia di Maria De Filippi pretende minimo 30 euro per due orette risicate di live. Alemanno invero si accontenta di soli 10,33 dobloni per minimo sei o sette orette di trastullo. Se facciamo inoltre il confronto neanche Sting e Vasco Rossi riescono a far venire tutte queste persone nella Capitale. Si aggiungano inoltre i concittadini del già ‘straniero’ il quale, da barese romanizzato, può essere d’esempio a tanti di come si possano fare i soldi nella nostra città come neanche Vanna Marchi nel suo periodo migliore riusciva a fare”. A un tentativo fatto da parte di addetti dell’Italia dei Diritti per ottenere spiegazioni, le risposte sono state vaghe o nulle. Un’impiegata dell’assessorato al Personale del Comune di Roma ha detto che avrebbe fatto ricontattare la sede movimento da qualcuno in grado di fornire repliche ai quesiti posti ma ciò non è avvenuto. Intanto è stato riferito che la quota di euro 10,33 servirebbe per pagare le spese di organizzazione ed eventuali corsi di preparazione accessibili a chi fa domanda. “Rimane il dubbio – conclude Marinelli - se sia legale chiedere tale cifra a disoccupati e precari vari  e se la Pubblica Amministrazione capitolina rispetti i desiderata del costituente la cui opera diventa sempre più carta straccia.  Risibile risulta la giustificazione del pizzo da pagare per fantomatici corsi che si aspetta proprio di vedere quali siano”.

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