La responsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti: “Risultato di una mentalità vetusta da abbattere”
Roma - ”Purtroppo tutti gli italiani sono già al corrente che i figli dei notai, degli impiegati pubblici, degli operai diverranno sicuramente colleghi dei genitori, ovvero ingranaggi di un sistema tanto ciclico quanto vetusto”. Pamela Aroi, responsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti, commenta così il dato emerso dallo studio dell’Ocse di prossima pubblicazione “A Family Affair”, secondo il quale l’Italia è tra le nazioni industrializzate ove il ricambio sociale permane un’utopia, a fronte di un’inossidabile resistenza delle caste lavorative.
“Ci viene mostrato un quadro agghiacciante – aggiunge l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – nel quale agisce come motrice una mentalità pregna di furbizia e truffaldina strategia, fautrice di ulteriori disservizi tipicamente nostrani, che per questa fattispecie include l’aggravante di avvilire le aspirazioni, i sogni e i sacrosanti diritti di giustizia di tanti giovani.
E’ assolutamente da abbattere – conclude la Aroi – la filosofia secondo la quale alcuni concorsi siano vinti o persi in partenza e, soprattutto, la meritocrazia risulti essere una invalida alternativa al patrimonio genetico delle classi dirigenti”.