Il giornalista presidente dell’Italia dei Diritti ha partecipato all’Anica alla presentazione del film “Ultima fermata”, che vede nel cast la celebre star internazionale insieme a Luca Lionello e Francesca Tasini
Roma - Prosegue senza sosta l’attività del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro a sostegno del cinema made in Italy, specie di quello che si crea e si sviluppa grazie al coraggioso impegno delle produzioni indipendenti. Una scelta irriducibile quella del giornalista romano, che affonda le radici nella sua vocazione dnatica di difendere e spalleggiare sempre le cellule più deboli del parenchima sociale, e anche nel campo della celluloide, dove lo strapotere delle produzioni d’oltreoceano impera, spesso a detrimento di prodotti nazionali di indubbio pregio, il suo naturale orientamento resta coerentemente fedele all’inclinazione concepita e donatagli dal suo patrimonio genetico.
Una tendenza che si è compiutamente estrinsecata alla direzione di Italymedia.it e nei dieci anni che l’hanno visto direttore e voce storica di Radio Roma, durante i quali tante sono state le puntate della sua trasmissione “La radio dei vip” dedicate all’argomento, con ospiti come Carlo Lizzani, Michele Placido, Claudio Fragasso e molti altri, in cui ha sempre cercato un supporto per propugnare la sua volitiva e passionale battaglia. E ora, da leader del movimento Italia dei Diritti, concretizza l’appoggio alle pellicole italiane che ritiene meritevoli tramite la sua presenza testimoniale alle presentazioni ufficiali delle stesse, alle prime o anche sui set di lavorazione.
Questa volta la scelta di De Pierro è caduta su un film indipendente di grande valore, con una trama intensa e coinvolgente, vettore di emozioni perpetuate a raffica lungo la storia che scorre sullo schermo, e con una realizzazione tecnica e stilistica perfetta, presentato l’altro pomeriggio a Roma presso la sede dell’Anica. “Ultima fermata” il titolo dell’opera, che vede alla regia il debuttante Giambattista Assanti e attori protagonisti Luca Lionello e Francesca Tasini, con la partecipazione straordinaria di Claudia Cardinale, mentre la colonna sonora è firmata da Paolo Jannacci, figlio del compianto Enzo. La produzione è della Genko Productions, mentre la distribuzione è stata affidata alla Stemo Production di Claudio Bucci e Rosa Chiara Scaglione. Si narra la vicenda professionale e privata di un uomo, Domenico Capossela, attraverso il racconto del figlio, che si snoda lungo un percorso filmico che rapisce e coinvolge lo spettatore, lo induce a pensare e ad aprire frequenti parentesi riflessive, e lungo questo viaggio in pellicola c’è una presenza costante, con il suo carico amarcord di aneddoti ed episodi, la storica linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, emblema di un intero agglomerato urbano meridionale, di cui ha per lungo tempo scandito il divenire fenomenico, tra un fischio e l’altro di Capossela, di mestiere capotreno.
De Pierro, che non ha celato il suo entusiasmo incontenibile, dopo aver tributato i doverosi ossequi alla Cardinale, ha dichiarato: “La visione cinematografica di cui abbiamo appena goduto è la dimostrazione lapalissiana e incontrovertibile delle risorse talentuose che albergano lungo lo stivale italico e si aggirano scalpitanti in cerca di opportunità realizzative. La valorizzazione del cinema di casa nostra è un dovere precipuo della nostra classe politica, che deve attivarsi con previsioni normative chiare ed efficaci al fine di aprire ogni varco possibile all’offerta made in Italy, che spesso viene condannata a morte dall’invasione dei film americani e sacrificata sull’altare degli interessi economici. Ne ho fatto una ragione di vita da molti anni. Non riesco ad accettare che i nostri fermenti culturali di qualità vengano soffocati nella culla dallo strapotere delle grosse distribuzioni che inseguono solo la logica del profitto e a volte addirittura a vantaggio di prodotti scadenti, ma adeguatamente pubblicizzati. Ben vengano le proiezioni straniere, di cui da cultore del cinema so ben apprezzare il pregio, ma senza penalizzare quelle italiane. E’ necessario fissare dei paletti ben precisi e limitare il numero di pellicole d’oltreoceano ammesse alle sale. Per realizzare ciò non occorre attuare un contingentamento della produzione estera, ma ogni struttura proiettiva deve essere obbligata a riservare una quantità minima di film nazionali. Un po’ come avveniva una volta nel calcio. Vorrei altresì rivolgere un grande plauso a Claudia Cardinale, di cui sono da sempre un grande estimatore e da oggi ancor di più, che, nonostante la sua riconosciuta caratura di monumentale attrice internazionale, ha accettato di far parte del cast di un film indipendente, peraltro opera prima, sinonimo di una spiccata sensibilità professionale e di una coscienza deliberativa permeabile e flessibile, virtù insite solo nei grandi artisti”.