Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Da sempre propugniamo una lotta molto dura alla corruzione ed è una azione sulla quale non si può transigere, per questo speriamo che non si tratti dei soliti proclami ma che ciò si traduca in realtà”
Roma - Sull’onda del caso “Mafia Capitale” il Premier, Matteo Renzi, ha presentato alla scorso Consiglio dei Ministri nuove misure anticorruzione che, al termine dello stesso, ha così varato un nuovo disegno di legge recante modifiche all’impianto normativo penale. Al termine dei lavori, Renzi ha detto che “non si darà tregua finché ogni angolo d’Italia non sarà analizzato, eviscerato sui fenomeni corruttivi”.
In merito alle misure introdotte dal Ddl anti corruzione, Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, si è così pronunciato: “Accogliamo, certamente, con favore la presa di posizione di Renzi sulla corruzione, ma sembra altamente anomalo il fatto che il Premier si sia accorto solo ora della gravità della situazione. Non posso credere – continua De Pierro – che Renzi ignori che l’Italia negli ultimi anni detiene il triste primato di avere un tasso di corruzione pari alla metà di quella globale degli altri Paesi europei. Le uscite in tema di Renzi degli ultimi giorni ci appaiono, dunque, alquanto demagogiche e funzionali a salvare la faccia di fronte a un sistema che, a giudicare dalle carte processuali, vedrebbe coinvolti anche esponenti del Pd stesso”.
Entrando, poi, nello specifico delle misure varate dal ddl De Pierro afferma: “Da sempre propugniamo una lotta molto dura alla corruzione ed è una azione sulla quale non si può transigere, per questo speriamo che non si tratti dei soliti proclami ma che ciò si traduca in realtà. Come mai, Renzi, non si è pronunciato allo stesso modo dopo gli scandali Expo e Mose? E come mai in Parlamento c’è una legge sulla corruzione che giace immobile da moltissimi mesi? Non possiamo credere che si tratti di un semplice ritardo fisiologico, ma è piuttosto dovuto alla mancata volontà di giungere a una concretizzazione in merito. La proposta, che da tempo l’Italia dei Diritti porta avanti, è intervenire sulla prescrizione dei reati di corruzione e concussione, inasprire significativamente le previsioni di pena per la corruzione giudiziaria e, chiaramente, la restituzione totale delle appropriazioni indebite. Siamo, inoltre, orientati a rendere imprescrittibile tali reati allorquando sono inquadrati in un’azione criminosa di tipo associativo. Infatti, se la prescrizione che, pur tenendo conto essere un istitutogiuridico di grande civiltà, è considerata come il termine oltre il quale lo Stato perde l’interesse a perseguire il reato, ci chiediamo in un tessuto sociale, nel quale la collettività ancora paga le conseguenze di scandali corruttivi risalenti a decine di anni orsono, come fa lo Stato a fissare un punto oltre il quale si perde questo interesse. Quindi per noi, ben venga qualsiasi provvedimento volto a reprimere le corruttele, ma che non sianopure esternazioni di facciata. Perciò, a nostro avviso, il Presidente del Consiglio è giunto a scoppio ritardato sull’argomento”.