Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Se il sindaco Alemanno avesse dato seguito a quanto aveva dichiarato di aver recepito e condiviso, probabilmente le cronache ci avrebbero risparmiato l’ennesimo scandalo corruttivo
Roma – Esplode a Roma lo scandalo tangenti nel Corpo della Polizia Roma Capitale. Dopo numerose denunce presentate da alcuni imprenditori, in particolar modo da Silvio e Paolo Bernabei, noti commercianti trasteverini attivi nel campo enologico, è scattata un’inchiesta divisa in più filoni, a seguito della quale sono finiti sul registro degli indagati numerosi vigili per aver preteso mazzette. Sembrerebbe che la storia di pretese pecuniarie di tipo estorsivo da parte degli agenti si sia trascinata per molti anni con vessazioni che avrebbero turbato pesantemente la serenità lavorativa degli esercenti in questione penalizzandone i profitti.
Sulla vicenda, una volta delineatisi meglio i contorni, all’inizio apparsi un po’ confusi, soprattutto con le ultime notizie che parlano dell’arresto di due dei vigili indagati e di un geometra, si è pronunciato Antonello De Pierro, presidente del movimento extraparlamentare Italia dei Diritti, da sempre in prima linea nel combattere la corruzione dilagante in alcuni settori del corpo ad opera di cellule deviate, contro la quale propone da tempo immemore una rotazione intermunicipale degli agenti e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali ogni tre anni. La battaglia di De Pierro è culminata in numerose azioni estreme di protesta consistenti in incatenamenti e scioperi della fame.
Dopo aver incassato il parere favorevole proprio del comandante Angelo Giuliani, per bocca del vicecomandante Diego Porta, con cui il leader dell’Italia dei Diritti aveva avuto un incontro, la questione si è trascinata per lungo tempo in attesa della decisione del sindaco Gianni Alemanno, che alla fine, dopo che lo stesso De Pierro aveva più volte dichiarato che l’avrebbe considerato politicamente responsabile di qualsiasi comportamento illecito accertato da parte delle figure professionali in questione, ha capitolato dichiarandosi favorevole alla proposta. Ma alle promesse non sono seguiti fatti concreti e dopo circa due anni da quella affermazione, a parte qualche normale avvicendamento fisiologico, non sembra si sia mosso nulla in tal senso.
Il numero uno del movimento non usa mezzi termini e si rivolge direttamente al primo cittadino capitolino: “Tenendo conto del beneficio afferente alla presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, baluardo fondamentale della nostra civiltà giuridica, nella congiuntura specifica di quest’ultima vicenda, di fatto la corruzione nel settore in questione ha raggiunto livelli spaventosi, perfettamente in linea col degrado etico-morale generale delle istituzioni del nostro paese. Purtroppo, nostro malgrado, non è possibile negare che, se il sindaco Gianni Alemanno avesse dato seguito a quanto aveva dichiarato di aver recepito e condiviso, anche se con imperdonabile ritardo e solo dopo le nostre ripetute proteste, probabilmente le cronache ci avrebbero risparmiato l’ennesimo scandalo corruttivo. Ci auguriamo che ora proceda nel verso da noi indicato, cosa che dovrebbe essere naturale per chi ha a cuore la trasparenza e la legalità nella nell’apparato istituzionale, altrimenti non avrà più scusanti”.
De Pierro, che è a conoscenza di elementi probatori schiaccianti, raccolti nel tempo, ha poi aggiunto: “La misura è ormai colma, soprattutto nel campo dell’edilizia e in quello degli esercizi commerciali. Bisogna intervenire con urgenza tramite misure straordinarie. Abbiamo ormai poca fiducia nell’efficacia dell’azione di Alemanno e siamo pronti a scendere in campo direttamente alle prossime amministrative con un nostro candidato sindaco, ma purtroppo c’è ancora molto tempo e il ripristino della legalità non può attendere. Ho parlato personalmente con alcuni esercenti che lamentano una vera e propria estorsione istituzionale da parte di alcuni appartenenti alla Polizia Roma Capitale, in perfetto stile mafioso. Ciò è profondamente ingiusto nei confronti dei cittadini e della maggior parte dei dipendenti del corpo, che al contrario svolgono il loro lavoro con abnegazione e nel rispetto della legalità. Bisogna isolare le mele marce e assicurarle alla giustizia.
Poi il leader dell’Italia dei Diritti si sofferma sul settore dell’edilizia, in particolar modo sul XIII Municipio che comprende il territorio di Ostia e dintorni: “Sul litorale avevo da tempo denunciato la presenza di una cricca ben organizzata, con un’azione delinquenziale assai collaudata. Purtroppo le conseguenze di tali comportamenti sono devastanti. Problemi che potrebbero risolversi in breve tempo con un intervento efficace da parte degli organi accertatori, Vigili Urbani e Ufficio Tecnico, a seguito delle collusioni e delle deviazioni illecite di alcuni componenti di questi uffici, finiscono col trascinarsi per anni, con grave disagio morale ed economico per i soggetti colpiti ingiustamente, e per la giurisdizione che si trova nelle condizioni di venir gravata da oneri di lavoro aggiuntivi, che vanno a intasare la già debordante mole di controversie da evadere. E’una triste realtà fatta di omissioni, ritorsioni, denunce penali per reati inventati, sentenze quantomeno discutibili, il tutto per fiaccare e indurre quei pochi cittadini che hanno il coraggio e soprattutto la forza economica per difendersi, a desistere e lasciare campo libero alle scorribande di questi personaggi. E chi prova a denunciare lo stato di cose come il sottoscritto e il nostro movimento, si ritrova a subire atti intimidatori di ogni genere, tentati investimenti, aggressioni da parte di noti esponenti della malavita locale, ecc. Ciò nonostante la nostra lotta continua e non ci saranno intimidazioni che fermeranno la nostra voglia di giustizia, a tutela delle persone che purtroppo subiscono ingiustamente tali atti criminali. Sono disponibile a rendere la mia testimonianza ai pubblici ministeri Ilaria Calò e Laura Condemi e ai carabinieri di via In Selci, che stanno svolgendo il loro dovere con grande abnegazione, a dispetto di tanti esposti che spesso restano incredibilmente inevasi, nonché a qualsiasi altro organo inquirente che la ritenga opportuna.
Poi De Pierro passa a raccontare una circostanza che forse può contribuire a fotografare la situazione reale: “Siamo in possesso della lettera scritta circa 5 anni or sono da una cittadina stremata, dirigente statale in pensione, dove avanza esplicite accuse parlando di ‘angherie per aver denunciato e contrastato evidenti abusi edilizi perpetrati ai miei danni’. La missiva è indirizzata all’allora presidente del XIII Municipio Paolo Orneli, e per conoscenza all’allora sindaco di Roma Walter Veltroni e ai capigruppo dei partiti del XIII Municipio. Ancorché la stessa contenga accuse ben precise, con addirittura nomi e cognomi di persone che sarebbero coinvolte nel mistificare la realtà di evidenti illeciti, ad oggi, a quanto è dato sapere, non pare sia stato fatto nulla rispetto alla denuncia se non l’opposizione di una inammissibile indifferenza, fatta eccezione per l’allora capogruppo dell’Udc Francesco Nelli che sembra abbia fatto pervenire il documento ai vertici della Polizia Municipale del XIII Gruppo, dove si sarebbe incredibilmente arenata senza avere seguito. Eppure la signora, riferendosi a soggetti nominativi ben individuati, dice che ‘le istituzioni nelle quali ho creduto e nelle quali vorrei continuare a credere, anziché bloccare l’abuso lo hanno appoggiato e coperto’, ‘l’Ufficio Edilizia del XIII gruppo vigili urbani, al quale mi sono rivolta più volte ricevendo risposte ambigue fino a verbalizzare a firma di (omissis) e (omissis) che tutto era conforme alla D.I.A, continuando che “quando è stata presentata
De Pierro chiude con una considerazione e un appello: “Un episodio del genere, in un paese normale, si sarebbe concluso con un’inchiesta e con delle pene severe, oppure con una denuncia e con una esemplare azione giudiziaria conseguente a carico della signora, ma, a quanto pare non è successo nulla di tutto questo. Probabilmente la signora aveva ragione. Invitiamo tutti i cittadini che abbiano subito soprusi del genere e che si siano imbattuti successivamente nel muro di gomma delle istituzioni colluse o quantomeno distratte, a comunicarci la loro vicenda. E’ tutti insieme che abbiamo il dovere di debellare l’odioso fenomeno della corruzione, contro cui in effetti ci sono gli strumenti giuridici per difendersi, ma che spesso purtroppo si vanno a infrangere contro l’indifferenza di chi dovrebbe procedere ma non comprende o non vuole comprendere”.