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Dal Teatro Valle appello alla mobilitazione nazionale, l’assenso della Mariotti

La viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale per risvegliare gli animi sopiti degli italiani”

 

Roma – Dal 14 giugno il Teatro Valle di Roma è stato occupato da un centinaio di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo affinché siano chiare le sorti di uno dei siti artistici più importanti  d’Italia, serrato dall’Ente teatrale italiano in attesa della privatizzazione. I tagli alla cultura rappresentano ovviamente la causa della chiusura.   

 

“Non posso che essere d'accordo con i ragazzi che hanno occupato il teatro – dichiara Federica Mariotti, viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti -. La situazione sviluppatasi negli anni, ora è divenuta drammatica, frutto di un governo inetto, preso esclusivamente dai problemi di un premier che, viste le recenti elezioni amministrative e i risultati referendari, è vicino al tramonto. La politica dei tagli – osserva la Mariotti - sta uccidendo uno dei più grandi vanti italiani, che pone il nostro Paese in una posizione preminente nello scenario internazionale, grazie al vastissimo patrimonio storico-artistico posseduto.

 

Oggi gli occupanti del Teatro capitolino lanciano l’iniziativa “Occupiamo un teatro in ogni città” e rivendicano diritti loro negati, sottolineando la necessità di una rivolta culturale volta alla riappropriazione delle scelte politiche del settore dello spettacolo e di garanzie fondamentali.

 

“Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale per risvegliare gli animi sopiti degli italiani – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, di salvaguardare non solo i teatri,  ma anche musei e siti archeologici perché senza cultura non abbiamo identità. E’ indispensabile, inoltre,una scuola pubblica che ci insegni ad apprezzare, arricchire e conservare il patrimonio culturale ed è per questo che ai coraggiosi artisti del teatro Valle va tutto il nostro sostegno ed un invito a non mollare. La cultura è il primo lasciapassare verso l’evasione dalla palude di squallida ignoranza in cui siamo caduti”.

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