La vice responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti:“I tagli operati dal Governo ai danni delle Forze dell'Ordine non possono che sortire tali risultati, ovvero, mancanza di personale e, soprattutto, penuria di mezzi di primo utilizzo quale può essere la benzina per le auto che trasportano i carcerati o per le auto che servono da scorta ai magistrati”
Roma – L’impietosa bancarotta della giustizia in Calabria non riguarda più soltanto le forniture di carta, i toner, i computer e i turn over del personale amministrativo, ma addirittura la benzina. Mario Spagnuolo, procuratore della Repubblica di Vibo Valencia, è stato informato dal direttore della casa circondariale che i distributori non forniscono più la benzina a credito per i loro blindati blu in quanto, a causa dei tagli alla Giustizia, aspettano i pagamenti da gennaio. Questo significa che le udienze rischiano di saltare ogni giorno poiché i detenuti non sono messi in condizione di poter partecipare al processo, inoltre, devono essere limitate anche le auto blindate destinate ai magistrati.
Manuela Bellantuoni, vice responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la vicenda: “I problemi che affliggono il sistema giudiziario, da tempo segnalati da tutti coloro che vi appartengono, appaiono evidenti e a dir poco catastrofici dall'analisi sommaria di ciò che accade in tutta Italia e, in particolare, in regioni sottoposte alle organizzazioni mafiose, come in questo caso la Calabria.
I tagli operati dal Governo ai danni delle Forze dell'Ordine e della Magistratura non possono che sortire tali risultati, ovvero, mancanza di personale indispensabile ai fini delle indagini e, soprattutto, penuria di mezzi di primo utilizzo quale può essere la benzina per le auto che trasportano i delinquenti, le auto che servono da scorta ai magistrati o l'inchiostro per trascrivere gli atti negli uffici. La situazione è drammatica, soprattutto se si pensa che ci sono persone impegnate in prima linea e che in questo modo non vengono affatto cautelate da un Governo che dovrebbe avere a cuore principalmente l'efficienza di tutto un sistema, quello della legalità, che spesso si regge esclusivamente sulla tenacia di coloro che vi operano.
La lotta alla mafia e a tutto ciò che attiene ad organizzazioni delinquenziali non è solo il trionfalismo espresso dai rappresentanti del Governo dopo arresti eccellenti – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – la lotta al malaffare è un insieme di elementi che rendono valido il lavoro di coloro che ogni giorno sono impegnati nella salvaguardia della sicurezza dei cittadini e dello Stato, rischiando in molti casi la vita e che, quindi, non possono essere messi in difficoltà dallo Stato stesso che non si occupa dei problemi che rendono spesso difficile il loro prezioso lavoro, facendo mancare la benzina o la carta per le stampanti a fronte di battaglie essenziali per sconfiggere il sistema mafioso”.