Il responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Non vogliono tornare nella democrazia da loro tanto voluta. Non è un controsenso questo, ma la conseguenza di un processo pilotato di esportazione del modello democratico”
Roma - Di nuovo allarme rosso da Lampedusa. Questa volta per la scioccante protesta attuata da molti immigrati tunisini del Cie dell’isola. Non vogliono rimpatriare, questo è il motivo del loro malcontento, che li ha spinti ad ingerire lamette e pezzi di vetro e rischiare quindi la vita.
“Casi del genere – osserva Emmanuel Zagbla, responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti -, devono indurre l’intera comunità internazionale a riflettere profondamente. Come mai si è arrivati a questo punto? Questo bisogna pensare. Pur di non essere rimpatriati questi ragazzi si ucciderebbero, non vogliono tornare nella democrazia da loro tanto voluta. Non è un controsenso questo, ma la conseguenza di un processo pilotato di esportazione del modello democratico. L’Occidente è il vero protagonista degli attuali cambiamenti africani, basti pensare anche alla situazione politica della Costa d’Avorio, la democrazia non comporta di certo migliaia e migliaia di civili morti”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, espone una visione più ampia, oltre i limiti imposti dall’informazione occidentale: “L’unico interesse che muove e sconvolge l’attuale scenario politico africano, più della democrazia, è la questione energetica mondiale. Credo sia arrivato il momento di calare la maschera dell’ipocrisia ed iniziare a discutere – conclude Zagbla-, un tavolo che veda seduti insieme produttori e consumatori di energia eviterebbe guerre di questo tipo, terminando il risiko che si gioca in Africa da decenni”.