Il viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Giustizia vera è stata fatta”
Roma - “La sentenza della Corte di giustizia rappresenta il risultato finale di un modo di affrontare la materia del diritto dell’immigrazione contra legem, forzatamente superficiale e dettato da motivazioni emotive del governo. Il reato di clandestinità aveva già incassato i pareri negativi dell’Europa, della Consulta e di gran parte d’Italia. C’è molta soddisfazione per la sentenza deliberata dalla magistratura europea”.
Commenta così Antonino Lo Verde, viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti, il responso negativo della Corte europea sulla legittimità dell’introduzione del reato di clandestinità, punibile con la reclusione, nell’apparato normativo penale. Non sarebbe compatibile con la realizzazione dell'obiettivo comunitario di “instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali”.
“Quanto stabilito è l’ultimo atto che chiude una vicenda che si protraeva da più di due anni, ma che non aveva alcuna ragione di esistere – osserva l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. La criminalizzazione dell’immigrato fu ‘alleggerita’ attraverso la sanatoria 2009 solo per colf e badanti. Ora il giudice nazionale dovrà disapplicare ogni disposizione contraria alla direttiva, in particolare la pena della reclusione. Si può dire – conclude Lo Verde – che giustizia vera è stata fatta. E’ bene che