Il responsabile per l’Informazione dell’Italia dei Diritti: “Nel mondo l’arte ha da sempre rappresentato la libertà d’espressione, quanto accaduto è molto grave”
Roma - Numerosi artisti protagonisti del concerto romano del 1° maggio, prima di salire sul palco, sono stati invitati a firmare una liberatoria con la quale ci si impegnava a non parlare “pubblicamente” dei referendum del 12 e 13 giugno. L’obiettivo è chiaramente quello di non raggiungere il quorum, quindi di informare il meno possibile su delle scelte fondamentali per il nostro paese: acqua e nucleare.
“Il fatto che i musicisti presenti all’evento abbiano dovuto prescrivere una liberatoria simile è qualcosa di vergognoso – osserva Brunetto Fantauzzi, responsabile per l’Informazione dell’Italia dei Diritti -. Grida vergogna perché non sono state rispettate le opinioni di coloro che sono sliti sul palco, e quindi di liberi cittadini. Un parere può essere più o meno condiviso, ma deve insindacabilmente poter essere espresso”.
Alcuni degli artisti, che avrebbero firmato con la convinzione che fosse la solita liberatoria di routine, hanno deciso di esprimersi in un video pubblicato in rete, nel quale s’apprende profondo dissenso verso il nucleare e la privatizzazione dell’acqua. Gli artisti invitano, infine, i cittadini a recarsi alle urne.
“Nel mondo l’arte ha da sempre rappresentato la libertà d’espressione, molti musicisti attraverso i loro testi sono riusciti ad esprimere ciò che la censura soffocava. Quanto accaduto il primo maggio è molto grave – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, considerando anche il fatto che siamo di fronte a catastrofi epocali e la possibilità di confrontarsi pubblicamente su questioni che cambieranno il futuro del nostro Paese non dovrebbe neanche lontanamente essere negata”.