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Vedova irritato dall’ennesimo ecomostro sulla costiera sorrentina

Il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “La classe dirigente dovrebbe tener conto che questi mostri, non solo deturpano il paesaggio, ma richiedono anche  un enorme spreco di denaro pubblico”


Roma - La penisola sorrentina, in particolare la città di Vico Equense, potrebbe subire un’incredibile alterazione paesaggistica, a causa del viadotto di Seiano che rischia di entrare a far parte della categoria degli ecomostri. Il ponte, nato inizialmente come strada a servizio dello scavo della galleria nella grotta di Scutolo, sede di un impianto di depurazione ideato negli anni Settanta dalla Cassa del Mezzogiorno e mai ultimato, è al centro di una disputa tra chi lo vorrebbe eliminare e chi, invece, lo vorrebbe come alternativa alla S.S. 145, sempre intasata nel periodo estivo. Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, si sofferma sulla questione dichiarando: “Siamo di fronte all’ennesimo scempio che deturpa l’ambiente, colpendo luoghi di una bellezza paesaggistica unica, posti di cui l’Italia è ricchissima, sebbene chi di dovere non riesca mai ad apprezzarli fino in fondo”.

 

Ad aver dato, nel 2010, il via libera alla costruzione dell’impianto incriminato è stato Massimo Menegozzo, commissario di Governo per le Bonifiche e la Tutela delle Acque nella Regione Campania. L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro, quindi, si rivolge alle autorità competenti, chiedendo buon senso e il rispetto della legge: “La classe dirigente, quando si ritrova a dover prendere decisioni in merito a costruzioni che, come avviene nel caso del viadotto di Seiano, resteranno parcheggiate, dovrebbe tener conto che questi mostri, non solo deturpano il paesaggio, ma richiedono anche un enorme spreco di denaro pubblico”.

 

“C’è poco da fare - conclude la sua riflessione Vedova -, bisogna muoversi rispettando i piani regolatori. Deve cambiare la mentalità di chi gestisce lavori di questo tipo, poiché non è ammissibile che, soprattutto nelle vicinanze delle zone costiere, si continui a procedere nella costruzione di opere inutili che devastano l’ambiente e gravano pesantemente sulle spalle dei contribuenti”.

 

 

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