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Sequestro beni ai Casalesi, la nota di Barbato

Il responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti, risponde alle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Angelino Alfano:

“Alla squadra Stato manca un giocatore importante: il Governo”

 

Roma – “La squadra Stato ha inflitto un altro duro colpo alle finanze del clan dei Casalesi”. Questo il commento del  ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in merito  all’inchiesta condotta dalla Direzione investigativa Antimafia di Napoli e Padova che ha portato al sequestro preventivo di beni per 13 milioni di euro in Campania, Lazio e Veneto.  Non tarda ad arrivare la risposta di Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti, alle parole del guardasigilli:  “Il ministro Alfano parla di un grande successo della squadra Stato, mi preme sottolineare però che a questo team manca un giocatore importante: il Governo”.

 

“È da tempo che la Procura di Napoli, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e quello di Nola denunciano un rischio paralisi della giustizia”, afferma Barbato, che spiega: “Dal 1998 non vengono indotti concorsi per cancellieri, manca il personale amministrativo, la Dia di Napoli e per suo conto il procuratore Lepore hanno invitato più volte il ministro Alfano a rafforzare il nucleo di polizia giudiziaria, ma invano. Insomma, se squadra c’è stata, i nomi dei giocatori sono ben noti – afferma il rappresentante del movimento fondato da Antonello De Pierro –. L’importante sequestro di beni alla Camorra è frutto del lavoro congiunto della Magistratura e delle forze dell’ordine che, malgrado carenze di uomini e mezzi, continuano ad essere il vero presidio della legalità in Campania”.

 

“Non dimentichiamo che la squadra di Alfano – sottolinea Barbato – annovera tra le sue fila nomi come quelli di Cosentino o del senatore Nespoli, per i quali la Procura di Napoli ha addirittura avviato richieste di arresti”. Barbato torna a puntare il dito contro il guardasigilli: “Alfano ed i suoi hanno fatto quadrato intorno a questi inquietanti personaggi politici pur di sottrarli al giudizio e all’attività degli uffici giudiziari campani”.  Poi, il responsabile del dipartimento Giustizia dell’Italia dei Diritti lancia un preciso appello al ministro: “Così come in Parlamento sta mettendo in campo l’ennesima legge ad personam per sottrarre il premier Berlusconi alle inchieste giudiziarie, la squadra di Angelino Alfano è impegnata ad indebolire il sistema Giustizia e quindi la sicurezza dei cittadini”.

 

Barbato conclude la sua riflessione con un interrogativo: “Risulta che il ministro della Giustizia abbia la disponibilità di 32 magistrati: cosa aspetta a mandarli a rinforzare i diversi uffici giudiziari a rischio paralisi?”

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